[Devil Devil] Mai più separati
Cow-t, settima settimana, M2
Prompt: Twincest
Numero Parole: 575
Rating: SAFE
Warning: gemelli incestuosi
Esme riprese coscienza e si mosse, senza aprire gli occhi. Il suo corpo riconobbe il proprio letto, le lenzuola aggrovigliate, i due piumoni che lo proteggevano dal freddo pungente. Mancava però la fonte di calore principale, quella che anche il suo corpo, stanco ma ancora soddisfatto dalla notte passata, sapeva doveva trovarsi lì vicino.
Le sue dita tastarono il materasso finché non si imbatterono in un fianco. Un fianco non caldo come ricordava. Zach tendeva ad avere la pelle bollente; che fosse estate o inverno, il mannaro era una stufa vivente, confortevole nelle notti di neve, da sbattere fuori dal letto in piena estate.
Esme mugugnò contrariato, ma si avvicinò all'altro corpo come una calamita, andando a tentoni nel far scivolare le gambe tra quelle dell'altro, e il mento contro la spalla.
C'era qualcosa di diverso. Molto, molto diverso.
A cominciare dalla quantità minore di capelli. Nessuna chioma fluente, setosa e odorosa di foresta. Poi, di nuovo, la pelle era sì tiepida, ma quanto la sua, tanto che gli fece venire un brivido, invece di rilassarlo. Quando poi la persona che Esme stava abbracciando da dietro emise un flebile verso, i ricordi della sera prima tornarono come una cascata.
La pioggia.
Il litigio feroce con Ezra.
Le confessioni reciproche.
Le dita che si sfioravano.
Un abbraccio rimandato e rimandato che aveva aperto le porte a un'emozione incatenata nel buio della negazione per troppo tempo.
La necessità.
La necessità mentale e fisica che Esme aveva di sentire il proprio gemello il più vicino possibile. Vicino in un modo che il mondo non avrebbe potuto accettare, che avrebbe distrutto quello che avevano, a cominciare dalla loro famiglia, se li avessero scoperti.
Era comunque successo.
Si erano trovati, si erano avuti a vicenda, in grovigli di braccia e gambe uguali, di respiri che trovavano il passo insieme, bocche fatte per combaciare e gemiti che li avevano uniti.
Esme non aveva mai avuto grandi pensieri sull'amore, e modi di dire come "ricongiungere due metà" lo facevano vomitare. Eppure, con Ezra era stato esattamente questo.
Due metà uguali che erano tornate assieme dopo tanto tempo. Avevano solo il nome a distinguerli, e quel ciuffo di capelli blu che Esme si era fatto per vezzo, proprio per avere un tratto che lo rendesse subito diverso dal gemello (per quanto ci pensasse la sua personalità a mettere distanza tra i due).
E ora erano lì, insieme nel letto, abbracciati, con solo i residui di un piacere che aveva superato qualsiasi barriera e aveva spalancato la porta a un peccato che non avrebbero potuto lavare mai né dalla pelle, né dall'anima.
Perché Esme aveva la sensazione che si trattasse di questo. Della loro anima.
Per la prima volta dopo molto tempo, dopo anni, dopo un'infanzia distorta, un trauma che superava a poco a poco ogni giorno, dopo l'abbandono, e anche con il ritrovarsi, per una spirale di eventi incontrollabile, Esme aveva idea che il benessere che provava era dovuto alla sua anima placata. Era come se, grazie a quella notte, una ferita aperta fosse stata finalmente rimarginata.
La parte ironica di sé avrebbe detto che "il sesso fa miracoli". Tuttavia, Esme non riusciva a riderne.
Strinse Ezra a sé e nascose il viso nell'incavo del suo collo.
Ciò che avevano era fragile come un rametto. Un passo sbagliato e tutto sarebbe crollato, il mondo li avrebbe divisi di nuovo e Esme non sarebbe sopravvissuto di nuovo a un'altra separazione da Ezra.
Mai più.