2022-04-02

sidralake: (Default)
2022-04-02 09:29 pm
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[Haikyuu] Moaning in the gym

 

COW-T 12, settima settimana, M6
Prompt: NSFW ad ambientazione sportiva
Numero parole: 1075
Rating: Rosso
Warning:
Note: DaiSuga



Il torneo primaverile era dietro l’angolo e le ore di allenamento si susseguivano senza alcuna sosta. Dormire era un lusso, studiare un capriccio. La Karasuno si stava dividendo tra amichevoli e partitelle tra di loro, consumando ogni briciolo di energia in vista dell’obiettivo. 

Quel giorno non fu diverso dagli altri, se non per il gioco meccanico, quasi col pilota automatico, che Daichi continuò a portare avanti. Non inficiò del tutto l’allenamento, anche se un paio di volte fu ripreso da Ukai, che alla terza palla fuori campo chiamò un time out per farli riposare e aggiungere un discorsetto motivazionale - che però lo stesso Sawamura ascoltò di striscio, troppo preso dal pensare ad altro. 

Aveva l’interno degli avambracci in fiamme per i continui bagher, ma l’idea che gli martellava in testa lo stava costringendo a prendere lenti respiri per raffreddare il basso ventre. 

L’ultima partita che giocarono, mischiati tra titolari e non, gli sembrò durare un’eternità. Ci impiegò tutte le energie che aveva per sfogare buona parte della frustrazione. Difese la sua metà campo cercando di visualizzare solo la palla - e non lui, e ancora solo lui - e dettò ordini secchi per tenere unita la squadra, arrivando anche a fare più di un punto in schiacciata laterale e provocando le ovazioni di tutti. 

“Bene così, questo è lo spirito!” si complimentò qualcuno - che Daichi non distinse, perché la sua attenzione e il suo sguardo ne cercarono un altro preciso. Aveva il cuore che gli batteva nel petto fin troppo rumorosamente e, ancora, per le ragioni che nulla avevano a che fare con la pallavolo. 

Mancava poco perché riuscissero a rimanere finalmente da soli. 

Ancora poco… pensò Daichi, schiacciando in battuta e sfogandosi con l’ennesimo grido di battaglia. 




“Possiamo rimanere a darvi una man-”

“Davvero, non ce ne è bisogno” sorrise Sugawara risoluto, spingendo Hinata per le spalle verso l’uscita della palestra. “Finiamo noi, siamo arrivati tardi stamattina e ora facciamo ammenda.”

Il primino non rimase molto convinto della spiegazione, ma non insistette oltre quando si sentì chiamare da Kageyama con un Guarda che ti lascio indietro se non ti dai una mossa. Fu decisamente più convincente delle blande insistenze del senpai.

“Non si può dire che a Hinata non manchi la gentilezza, oltre alla testardaggine” ridacchiò Daichi, apparendo alle spalle del compagno, troppo vicino per non fargli scorrere un brivido lungo la schiena. Sugawara lasciò perdere ogni apparenza e si appoggiò al suo petto, dando sfogo alla stanchezza accumulata nei giorni.

“È adorabile” si fece sfuggire, per fare poi una smorfia. “Ma non vedevo l’ora che se ne andasse.”

Il tempo di dirlo, e Koushi si chiuse alle spalle la porta della palestra, aderendo a Daichi petto contro petto. Lo fissò negli occhi, scrutandolo con la fronte aggrottata e mordendosi un labbro. Sawamura gli cinse la vita con le braccia.

“C’è qualcosa che ti turba?”

“Sono stato cattivo a pensarlo” lamentò, mentre le dita del compagno si infilavano nell’elastico dei pantaloncini, solleticandogli la pelle. “Hinata voleva solo essere gentile, come hai detto tu. Mentre io continuo solo a pensare che finalmente siamo soli.”

“Sei stanco…” lo giustificò Daichi, prendendo a mordergli il lobo di un orecchio. “E non hai torto. Ultimamente abbiamo avuto poco tempo per noi…”

Sugawara si morse di nuovo il labbro, ma questo volta per il piacere, inclinando la testa e dandogli accesso al proprio collo. Gli si strusciò addosso anche quando Daichi lo spinse contro la parete, assaltandogli la pelle di baci e morsi.

Il tutto evolse prima che se ne rendessero conto. Sugawara si ritrovò mani al muro, spingendo il bacino contro quello di Sawamura, che tentava di prepararlo muovendo due dita dentro di lui.

“Di più, Daichi, per favore, muoviti…”

Il capitano gli baciò la nuca risalendo fino alla guancia in maniera scoordinata.

“Un attimo di pazienza, amore…”

Sugawara fu scosso da un fremito e liberò un gemito roco abbastanza alto che li avrebbe fatti scoprire di sicuro, se qualcuno fosse passato davanti alla palestra in quel momento. 

Questo non li fece desistere, ma Koushi non si fermò neanche dal ripetersi, ancora e ancora, sempre più forte. Daichi si ritrovò a premergli un palmo sulla bocca per attutire i mugugni quando finalmente lo penetrò e l’alzatore trasformò in un urlo liberatorio, per quanto soffocato, tutta l’aria che aveva nei polmoni.

“Vuoi che qualcuno venga qui ora?” gli sussurrò all’orecchio Daichi, ma senza alcuna traccia di preoccupazione, mentre il suo basso ventre dettava il ritmo, lasciando poco spazio di risposta a Sugawara, sempre più schiacciato contro il muro.

Koushi iniziò a leccargli le dita e succhiarle con insistenza, finché non si trovò ad abbandonare la testa contro la spalla del capitano, inarcando la schiena, in un’estati succube del momento. 

La sua eccitazione intoccata era al limite anche lasciata da sola. Con una mano, Sugawara cercò un appiglio sulla spalla di Daichi, artigliandogli la maglietta e lasciandogli i segni rossi sulla pelle.

Anche con le dita del capitano ancora in bocca, il gemito con cui Koushi arrivò all’orgasmo fu ben udibile. La parete si macchiò, ma la testa dell’alzatore era persa delle ultime spinte con cui anche il suo compagno lo raggiunse nell’estasi. Fremettero uniti, in un equilibrio vacillante per cui dovettero districare le mani e appoggiarsi al muro ansanti per non cadere.

Sugawara si puntellò con gli avambracci, sostenendo entrambi, le scosse di piacere che minacciavano la tenuta delle sue gambe ogni volta che Daichi respirava, ancora dentro di lui.

“Non avrei resistito oltre” biascicò il capitano, prendendo una lunga boccata d’aria. “Oggi non riuscivo a staccarti gli occhi di dosso… non so come nessuno non se ne sia accorto…”

“Io sì… e temo anche Tsukishima.”

Sawamura gli premette la fronte contro la spalla, sbuffando frustrato.

“Se vinciamo il torneo… voglio dirlo agli altri” ansò ancora, baciandogli il lato del collo.

"Se invece perderemo mi farai un pompino nei bagni della scuola una volta a settimana fino al diploma.”

Daichi fu scosso da un altro profondo brivido, sia di piacere per la prospettiva, sia di terrore, mai veramente abituato alle spericolatezze dell’alzatore.

“O-Ok…”

Sugawara sembrò ringivorito da quell’assenso. Sgusciò dalla sua presa e si voltò a cingergli di nuovo il collo con le braccia, stampandogli un bacio sulla bocca.

“Ora però vorrei un secondo giro, capitano. Magari su uno dei materassi della sala attrezzi…”

Non era possibile non realizzare ogni desiderio dell’alzatore.


sidralake: (Default)
2022-04-02 09:31 pm
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[Haikyuu] Meal for two

 

COW-T 12, settima settimana, M6
Prompt: NSFW ad ambientazione sportiva
Numero parole: 1415
Rating: Rosso
Warning: incesto (Miyacest), threesome
Note: Atsumu/Hinata/Osamu



Avevano giocato una partita di allenamento, niente di impegnativo, ma Miya Atsumu sentiva una gran fame, un vuoto nella pancia che sembrava colmarsi un poco solo quando si soffermava sulla figura di Hinata. Si leccò le labbra più volte e colpì la palla con forza, scaricandoci tutta la tensione che avvertiva sottopelle.

Stava giocando bene come al solito, ma quel bisogno di saziarsi era bloccato lì nel suo stomaco - o meglio, nel basso ventre - e lo stava mandando su di giri.

Ehi! Ehi! Ehi!” lo riprese Bokuto, incrociando le braccia con il broncio. “Stai tentando di fregarmi la scena? Frena l’entusiasmo!”

L’alzatore riprese i contatti con la realtà, sbattendo le palpebre.

“Eh?” ma non capì di che stava parlando l’ex della Fukurodani.

“Akaashi direbbe Hai proprio la faccia di un assatanato” nel dirlo, imitò il tono del proprio ex compagno di squadra, insieme all’espressione, strappando una risata generale. Però Bokuto fu terribilmente serio, come ogni volta che argomentava qualcosa di chiaro solo a lui. “Sono io l’Asso! Se continui così mi fregherai tutta la scena.”

Miya si portò una mano alla nuca, meditandoci su.

“E che ho fame…” abbassò lo sguardo su Hinata, di fianco a lui. “Tu non hai fame?”

Shouyou passò da un’espressione stupita a una meditabonda, prendendosi il mento con una mano.

“Sì, forse ho un po’ di fame anche io in effetti.”

Atsumu lo squadrò da capo a piedi, mordicchiandosi un labbro.

“Ho decisamente fame…” mormorò tra sé, per poi prendere un respiro profondo. Alzò la mano per farsi passare la palla e andare in battuta. “Diamoci una mossa che voglio mangiare con mio fratello!”

E ripresero gli allenamenti.



“Non ci credo, lo hai fatto di nuovo…”

Hinata sussultò, voltandosi verso l’ingresso degli spogliatoi e facendo per coprirsi il petto con le braccia in un gesto pudico e ingenuo automatico. Si stava rivestendo dopo la doccia, ma lui e Miya avevano intrapreso un certo discorso per cui quella parziale nudità era utile.

Atsumu, però, al contrario, staccandosi dalle sue labbra, non fu per nulla sorpreso.

“Puntuale come speravo” disse, accogliendo il fratello gemello con un sorrisetto che parlò molto più della semplice battuta.

“A-Ah, i-io…” balbettò Hinata, spostando l’attenzione dall’uno all’altro, rosso come un peperone. “V-Vi lascio a p-parlare.”

Il suo tentativo di fuga fu fermato da una mano di Atsumu e da quello stesso sorrisetto che finse qualche nota bonaria.

“In realtà, è Osamu che è qui per parlare con noi. O meglio, per mangiare con me.”

Shouyou fu preso in contropiede, non capendo, ma bastò per distrarre il suo imbarazzo. Questo mentre il Miya appena arrivato si chiudeva la porta dello spogliatoio alle spalle - girando la chiave - e appoggiava il sacchetto con gli onigiri ordinati su una delle panche.

“Sei inqualificabile” borbottò, avvicinandosi e lasciando cadere in terra il cappello e anche la giacca leggera. Hinata era sempre più confuso, soprattutto quando Osamu si avvicinò senza mai davvero fermarsi, finendo con lo schiacciare l’ex giocatore della Karasuno tra sé e il gemello. Non sembrò calcolarlo per niente.

“Che cosa mi lasci? Il dietro o il davanti?” domandò con un sospiro di malavoglia, mentre le sue dita si andavano ad appoggiare sul fianco scoperto di Hinata, solleticandogli la pelle.

E-E-Ehi!” biascicò quest’ultimo, di nuovo con l’imbarazzo a palla, soprattutto nel sentire l’eccitazione di Miya Osamu contro il fondoschiena.

Atsumu si leccò le labbra, fissando negli occhi il fratello e poi abbassando lo sguardo su Hinata, precisamente sulle sue labbra.

“Puoi avere il retro” e nel dirlo, si chinò a baciare Shouyou e a soffocargli qualsiasi altra parola gli stesse per uscire. 

Aveva già iniziato il lavoro di persuasione e seduzione dalla fine della partita, continuando più insistentemente appena erano rimasti da soli negli spogliatoi. Hinata era stato restio più per l’imbarazzo che per la voglia di provare. Dire a Osamu di raggiungerlo - senza spiegargli il motivo - era stato un capriccio per tornare a qualche vecchia abitudine del liceo, quando trovava qualche tipetto interessante capace di solleticargli l’appetito. Che non si dicesse che Miya Atsumu non condivideva le proprie conquiste col fratello.

Hinata avrebbe capito strada facendo. O forse no, ma da come gli rispose al bacio la voglia di proseguire era più forte delle domande e dell’imbarazzo.


“Sei veramente stretto…” ansò Osamu dieci minuti più tardi, quando iniziò a spingersi dentro a Hinata. Si era spogliato solo parzialmente, quasi per niente in realtà, buttando il grembiule del proprio ristorante da una parte, slacciandosi i pantaloni e abbassandosi l’intimo quanto bastava. Il lubrificante stava facendo la propria parte, ma dopo un minuto buono era dentro solo in parte.

“Come se ti dispiacesse” gli sussurrò Atsumu sulle labbra, leggendogli la mente.

Mentre Shouyou era completamente perso e schiacciato tra di loro, i due Miya si erano scambiati qualche bacio senza smettere di fissarsi negli occhi. 

“Te la stai prendendo troppo comoda” brontolò Osamu, spingendosi ancora un po’ dentro Hinata, che gemette artigliando la pelle di Atsumu e provocandogli una smorfia. “Non so quanto durerà il piccoletto o quanto durerò io, è veramente-"

“Va bene, va bene, ho capito. Mammolette.

Atsumu sciolse la presa sull’eccitazione di Hinata, stuzzicata lentamente fino a quel momento, e fece un passo indietro. L’improvvisa assenza di Miya restituì all’ex esca del Karasuno un barlume di coscienza, nonostante lo sguardo annebbiato, ma non fece in tempo a dire nulla che Atsumu lo guidò gentilmente a chinarsi per seguirlo.

Sedendosi su una delle panche, Atsumu fece abbassare Shouyou fino a fargli prendere in bocca la propria eccitazione. Il verso di piacere che si lasciò scappare riecheggiò sulle pareti dello spogliatoio.

“Quanto chiasso” borbottò Osamu, ma non fu da meno quando, alla fine, penetrò il più giovane fino in fondo.

Hinata gemette e soffocò insieme sul membro di Atsumu, che sembrò deliziato dal tremore che lo scosse e dalla spinta con cui fu completamente fagocitato.

“Adagio… adagio… rilassati” mormorò, carezzando la testa a Hinata, che stava cercando di respirare senza strozzarsi. Il fatto che Osamu avesse appena iniziato a spingere da dietro non gli fu d’aiuto, ma Atsumu ne fu del tutto deliziato, sentendo il ritorno di quelle spinte sul proprio membro. Il ritmo non fu eccessivo e la cadenza costante con cui Osamu si mosse permise a Hinata di abituarsi presto e cominciare a dedicarsi con la lingua all’eccitazione del gemello.

Come predetto, non durarono poi così tanto, ma Atsumu si adeguò, trattenendo la testa di Hinata per venirgli in gola quando li vide raggiungere l’orgasmo pressoché insieme.

Entrambi i gemelli sorresso il più giovane e lo aiutarono a sedersi, non senza smorfie, mentre tossicchiava con un palmo premuto sulla bocca.

“Sei il solito signore” commentò a sprezzo Osamu, scoccando un’occhiataccia al fratello, che intanto stava battendo una mano sulla schiena di Hinata, accompagnando i gesti con qualche parola di incoraggiamento.

“Shouyou è perfettamente in grado di gestirci entrambi, non è vero? È andato alla grande. Dovremmo riprovarci.”

Il piccoletto non fu in grado di articolare una risposta, mentre Osamu scrollava le spalle, dandosi una pulita e risistemandosi i vestiti per andarsene.

“A Hinata offro io” e indicò il sacchetto con gli onigiri abbandonati che si era portato dietro, pensando ingenuamente di fare una classica consegna. “Tu più tardi passi a pagarmi, capito?”

“Che paura le minacce del mio fratellino…”

“Mi hai pregato di fermarmi l’ultima volta che te l’ho-”

Ba! Ba! Ba! Ba! Ba! Non ti sentiamo! Via! Via!” strepitò Atsumu, chiudendo le mani sulle orecchie di Hinata come fosse stato un bambino e facendo la linguaccia gemello. “Sparisci! Shouyou non ha bisogno di sapere quanto sei pervertito e crudele con me.”

Osamu roteò gli occhi al soffitto, ormai fuori dalla porta.

“O quanto ti faccio gridare di pia-”

Ba! Ba! Ba! Ba!

La porta dello spogliatoio fu chiusa di nuovo e tornò un silenzio quasi surreale.

Atsumu si girò verso Hinata con un immenso sorriso.

“Allora, dove eravamo rimasti?” disse, prendendogli il viso tra le mani e stampandogli un bacio sulla bocca. “Ah sì, ti stavo chiedendo se ti andava di venire a cena da me stasera. Per il dessert.”

Hinata ingoiò - ancora il sapore dell’orgasmo di Atsumu in bocca e… e la sua testa realizzò tutto il resto, come se improvvisamente avesse capito cosa fosse successo.

“H-Ho bisogno di una doccia…”

“Decisamente” concordò Miya, osservandogli il basso ventre ancora nudo. “Ti do una mano, così facciamo prima e mangiamo gli onigiri!” cinguettò, trascinandolo nei bagni. 


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2022-04-02 09:47 pm

[Bungou Stray Dogs] Annoying at breakfast

 

COW-T 12, settima settimana, M3
Prompt: 007. “Sono incinta. Ma il padre non sei tu.” (declinato al maschile)
Numero parole: 900
Rating: Verde
Warning: Omegaverse implied. Omega!Dazai. OT3 Odasaku/Dazai/Chuuya.
Note: //



Avere a che fare con Dazai era sempre disastroso e logorante per i nervi.
Avere a che fare con Dazai in dolce attesa, per la seconda volta, sfidava ogni pensiero umanamente concepito sulla pazienza.


“Sono incinto. Ma il padre non sei tu.”

Chuuya smise di masticare, scoccando un'occhiata al partner e aggrottando la fronte. Ingoiò con calma, senza smettere di fissarlo.

"Ma sei scemo? No, non rispondere" e tornò ad affondare il cucchiaio nella tazza dei cereali. "Lo so benissimo, cretino."

Dazai ridacchiò, per poi chinarsi in avanti, chiudere gli occhi e aprire la bocca, in attesa.
Chuuya sbuffò, ma non gli negò una cucchiaiata.

"Comincia a fare colazione come si deve, visto che aspetti. Non fare come l'ultima volta."

Dazai appoggiò la tempia sulla sua spalla.

"Miko-chan è venuta fuori bene lo stesso" mugugnò, facendo di nuovo 'aaah' con la bocca per un secondo giro. Chuuya sollevò gli occhi al soffitto, cacciandogli in bocca un nuovo cucchiaio carico per poi afferrare la scatola dei cereali e rovesciarne una manciata nel latte avanzato.

“Non ti fa male comportarti come una persona normale una volta tanto, soprattutto nelle tue condizioni.”

“Con normale intendi non farmi coinvolgere in eventi più grandi di noi, non ritrovarmi catturato da qualche organizzazione nemica a cui in passato ho dato fastidio e, in generale, starmene buono per i prossimi sei mesi?”

Chuuya masticò rumorosamente, annuendo a ognuna di quelle possibilità.

“Sì, qualcosa del genere” aggiunse, pescando di nuovo un cucchiaio per Dazai. Fece una smorfia. “Voglio evitare di ritrovarti in qualche buco dimenticato da Dio perché hai fatto incazzare qualcuno.”

“Noioso” biascicò Dazai, leccandosi le labbra. “L’ultima volta che ho fatto incazzare te e aspettavo mi hai chiuso in una suite della Port Mafia per tre giorni. Mi sono annoiato a morte.”

“Eri al sicuro” specificò la Lumaca con la bocca piena. “Fosse per me anche adesso ti terrei chiuso in quella suite fino alla fine, ma non ho voce in capitolo.”

Dazai ridacchiò malizioso, premendogli il dito nella guancia.

“Stavolta non sei tu il padre!”

Chuuya roteò di nuovo gli occhi al soffitto, esasperato.

“Ma la smetti? Cosa ci sarebbe di divertente nel ripeterlo!? Lo so benissimo che non è mio! Hai chiesto esplicitamente che fosse di Odasaku stavolta!”

“Voglio darti fastidio!”

Chuuya lo imbruttì, avvicinandosi alla sua faccia.

“Guarda che ho la pazienza di aspettare che sgravi per dartele tutte insieme” ringhiò.

Dazai ridacchiò di nuovo, per poi sporgersi a dargli un bacio sulla fronte.

“Sarà divertente vedere quanto ti tratterrai nel mentre. E poi non renderesti mai orfana la nostra Miko-chan, anche se si tratta di me.”

Il rosso emise solo un verso di gola, masticando un’imprecazione e appoggiando rumorosamente la tazza sul tavolo della cucina. 

Ogni volta che Dazai giocava la carta la nostra Miko-chan Chuuya si trovava di fronte all’inevitabile consapevolezza che lui e Dazai avessero sul serio combinato qualcosa del genere. Qualcosa di buono. Anche dopo più di due anni, il mafioso non riusciva davvero a realizzare del tutto che insieme avessero dato vita, letteralmente, a ciò che di più importante Chuuya avesse da amare e proteggere.

Tou-san!”

Il rosso rizzò la testa verso il corridoio delle camere a sentire quel gorgoglio che gli faceva battere il cuore come poche cose nella vita.

“Guarda come ti illumini ancora tutto appena la vedi” cinguettò lo Sgombro dietro di lui.

“Dazai” lo riprese Odasaku, avvicinandosi con Michiko in braccio. “Smettila di infastidirlo.”

“Uffa! Perché dovete limitare uno dei miei passatempi preferiti?”

“Prendermi per il culo sarebbe uno dei tuoi passatempi preferiti!?” abbaiò Chuuya, mentre si faceva passare la figlia e le scoccava un bacio sulla guancia.

‘uuulo!”

“Certo, da sempre. Lo capisci solo-mpppffhh

Odasaku cacciò in bocca a Dazai un paio di pillole di integratori, tappandogliela con un palmo.

“Lascialo perdere” sospirò l’ex tuttofare, scuotendo la testa.

“Non si può fare colazione in santa pace se c’è lo Sgombro in giro” borbottò Chuuya, alzandosi a sistemare la ciotola nel lavandino mentre si teneva la bambina in braccio, vestita per uscire.

Dazai, nel mentre, si era appeso al braccio di Odasaku, ma la presa sulla sua bocca era irremovibile e poté solo continuare a mugugnare parole senza senso.

“La vai a riprendere sempre tu all’asilo, dopo?” chiese l’ex assassino, osservando il mafioso recuperare le ultime cose prima di andare.

“Sì, ho da sbrigare un paio di cazzate giù al porto, ma poi sarò libero. Godetevi la mattinata” disse sovrappensiero, prima di voltarsi a guardare male Dazai. “Almeno con te non fa tanto lo stronzo.”

Odasaku sospirò senza riuscire a dargli torto. Chuuya si riavvicinò per un bacio di saluto al più alto, per poi fissare il partner e scuotere la testa, ricambiando il bacio sulla fronte ricevuto prima e uscire.

Una volta soli, Odasaku si decise a lasciare andare Dazai, che finse di prendere un’enorme boccata d’aria e mise il broncio.

“Dovresti trattarmi con più delicatezza!” lagnò, per fare poi pat-pat sulla propria pancia ancora relativamente piatta. “Ho il tuo erede in ostaggio!”

L’ex tuttofare gli regalò un’occhiata penetrante, prima di chinarsi e prendersi le sue labbra per sé, in un bacio che gli tolse il fiato sul serio, costringendo il detective a cingergli il collo con le braccia per restare in equilibrio e staccarsi dopo un po’.

“Tu sei più pericoloso di Chuuya a minacce…”

Odasaku riprese a baciarlo senza lasciarlo scappare.