COW-T 12, settima settimana, M6
Prompt: NSFW ad ambientazione sportiva
Numero parole: 1415
Rating: Rosso
Warning: incesto (Miyacest), threesome
Note: Atsumu/Hinata/Osamu
Avevano giocato una partita di allenamento, niente di impegnativo, ma Miya Atsumu sentiva una gran fame, un vuoto nella pancia che sembrava colmarsi un poco solo quando si soffermava sulla figura di Hinata. Si leccò le labbra più volte e colpì la palla con forza, scaricandoci tutta la tensione che avvertiva sottopelle.
Stava giocando bene come al solito, ma quel bisogno di saziarsi era bloccato lì nel suo stomaco - o meglio, nel basso ventre - e lo stava mandando su di giri.
“Ehi! Ehi! Ehi!” lo riprese Bokuto, incrociando le braccia con il broncio. “Stai tentando di fregarmi la scena? Frena l’entusiasmo!”
L’alzatore riprese i contatti con la realtà, sbattendo le palpebre.
“Eh?” ma non capì di che stava parlando l’ex della Fukurodani.
“Akaashi direbbe Hai proprio la faccia di un assatanato” nel dirlo, imitò il tono del proprio ex compagno di squadra, insieme all’espressione, strappando una risata generale. Però Bokuto fu terribilmente serio, come ogni volta che argomentava qualcosa di chiaro solo a lui. “Sono io l’Asso! Se continui così mi fregherai tutta la scena.”
Miya si portò una mano alla nuca, meditandoci su.
“E che ho fame…” abbassò lo sguardo su Hinata, di fianco a lui. “Tu non hai fame?”
Shouyou passò da un’espressione stupita a una meditabonda, prendendosi il mento con una mano.
“Sì, forse ho un po’ di fame anche io in effetti.”
Atsumu lo squadrò da capo a piedi, mordicchiandosi un labbro.
“Ho decisamente fame…” mormorò tra sé, per poi prendere un respiro profondo. Alzò la mano per farsi passare la palla e andare in battuta. “Diamoci una mossa che voglio mangiare con mio fratello!”
E ripresero gli allenamenti.
“Non ci credo, lo hai fatto di nuovo…”
Hinata sussultò, voltandosi verso l’ingresso degli spogliatoi e facendo per coprirsi il petto con le braccia in un gesto pudico e ingenuo automatico. Si stava rivestendo dopo la doccia, ma lui e Miya avevano intrapreso un certo discorso per cui quella parziale nudità era utile.
Atsumu, però, al contrario, staccandosi dalle sue labbra, non fu per nulla sorpreso.
“Puntuale come speravo” disse, accogliendo il fratello gemello con un sorrisetto che parlò molto più della semplice battuta.
“A-Ah, i-io…” balbettò Hinata, spostando l’attenzione dall’uno all’altro, rosso come un peperone. “V-Vi lascio a p-parlare.”
Il suo tentativo di fuga fu fermato da una mano di Atsumu e da quello stesso sorrisetto che finse qualche nota bonaria.
“In realtà, è Osamu che è qui per parlare con noi. O meglio, per mangiare con me.”
Shouyou fu preso in contropiede, non capendo, ma bastò per distrarre il suo imbarazzo. Questo mentre il Miya appena arrivato si chiudeva la porta dello spogliatoio alle spalle - girando la chiave - e appoggiava il sacchetto con gli onigiri ordinati su una delle panche.
“Sei inqualificabile” borbottò, avvicinandosi e lasciando cadere in terra il cappello e anche la giacca leggera. Hinata era sempre più confuso, soprattutto quando Osamu si avvicinò senza mai davvero fermarsi, finendo con lo schiacciare l’ex giocatore della Karasuno tra sé e il gemello. Non sembrò calcolarlo per niente.
“Che cosa mi lasci? Il dietro o il davanti?” domandò con un sospiro di malavoglia, mentre le sue dita si andavano ad appoggiare sul fianco scoperto di Hinata, solleticandogli la pelle.
“E-E-Ehi!” biascicò quest’ultimo, di nuovo con l’imbarazzo a palla, soprattutto nel sentire l’eccitazione di Miya Osamu contro il fondoschiena.
Atsumu si leccò le labbra, fissando negli occhi il fratello e poi abbassando lo sguardo su Hinata, precisamente sulle sue labbra.
“Puoi avere il retro” e nel dirlo, si chinò a baciare Shouyou e a soffocargli qualsiasi altra parola gli stesse per uscire.
Aveva già iniziato il lavoro di persuasione e seduzione dalla fine della partita, continuando più insistentemente appena erano rimasti da soli negli spogliatoi. Hinata era stato restio più per l’imbarazzo che per la voglia di provare. Dire a Osamu di raggiungerlo - senza spiegargli il motivo - era stato un capriccio per tornare a qualche vecchia abitudine del liceo, quando trovava qualche tipetto interessante capace di solleticargli l’appetito. Che non si dicesse che Miya Atsumu non condivideva le proprie conquiste col fratello.
Hinata avrebbe capito strada facendo. O forse no, ma da come gli rispose al bacio la voglia di proseguire era più forte delle domande e dell’imbarazzo.
“Sei veramente stretto…” ansò Osamu dieci minuti più tardi, quando iniziò a spingersi dentro a Hinata. Si era spogliato solo parzialmente, quasi per niente in realtà, buttando il grembiule del proprio ristorante da una parte, slacciandosi i pantaloni e abbassandosi l’intimo quanto bastava. Il lubrificante stava facendo la propria parte, ma dopo un minuto buono era dentro solo in parte.
“Come se ti dispiacesse” gli sussurrò Atsumu sulle labbra, leggendogli la mente.
Mentre Shouyou era completamente perso e schiacciato tra di loro, i due Miya si erano scambiati qualche bacio senza smettere di fissarsi negli occhi.
“Te la stai prendendo troppo comoda” brontolò Osamu, spingendosi ancora un po’ dentro Hinata, che gemette artigliando la pelle di Atsumu e provocandogli una smorfia. “Non so quanto durerà il piccoletto o quanto durerò io, è veramente-"
“Va bene, va bene, ho capito. Mammolette.”
Atsumu sciolse la presa sull’eccitazione di Hinata, stuzzicata lentamente fino a quel momento, e fece un passo indietro. L’improvvisa assenza di Miya restituì all’ex esca del Karasuno un barlume di coscienza, nonostante lo sguardo annebbiato, ma non fece in tempo a dire nulla che Atsumu lo guidò gentilmente a chinarsi per seguirlo.
Sedendosi su una delle panche, Atsumu fece abbassare Shouyou fino a fargli prendere in bocca la propria eccitazione. Il verso di piacere che si lasciò scappare riecheggiò sulle pareti dello spogliatoio.
“Quanto chiasso” borbottò Osamu, ma non fu da meno quando, alla fine, penetrò il più giovane fino in fondo.
Hinata gemette e soffocò insieme sul membro di Atsumu, che sembrò deliziato dal tremore che lo scosse e dalla spinta con cui fu completamente fagocitato.
“Adagio… adagio… rilassati” mormorò, carezzando la testa a Hinata, che stava cercando di respirare senza strozzarsi. Il fatto che Osamu avesse appena iniziato a spingere da dietro non gli fu d’aiuto, ma Atsumu ne fu del tutto deliziato, sentendo il ritorno di quelle spinte sul proprio membro. Il ritmo non fu eccessivo e la cadenza costante con cui Osamu si mosse permise a Hinata di abituarsi presto e cominciare a dedicarsi con la lingua all’eccitazione del gemello.
Come predetto, non durarono poi così tanto, ma Atsumu si adeguò, trattenendo la testa di Hinata per venirgli in gola quando li vide raggiungere l’orgasmo pressoché insieme.
Entrambi i gemelli sorresso il più giovane e lo aiutarono a sedersi, non senza smorfie, mentre tossicchiava con un palmo premuto sulla bocca.
“Sei il solito signore” commentò a sprezzo Osamu, scoccando un’occhiataccia al fratello, che intanto stava battendo una mano sulla schiena di Hinata, accompagnando i gesti con qualche parola di incoraggiamento.
“Shouyou è perfettamente in grado di gestirci entrambi, non è vero? È andato alla grande. Dovremmo riprovarci.”
Il piccoletto non fu in grado di articolare una risposta, mentre Osamu scrollava le spalle, dandosi una pulita e risistemandosi i vestiti per andarsene.
“A Hinata offro io” e indicò il sacchetto con gli onigiri abbandonati che si era portato dietro, pensando ingenuamente di fare una classica consegna. “Tu più tardi passi a pagarmi, capito?”
“Che paura le minacce del mio fratellino…”
“Mi hai pregato di fermarmi l’ultima volta che te l’ho-”
“Ba! Ba! Ba! Ba! Ba! Non ti sentiamo! Via! Via!” strepitò Atsumu, chiudendo le mani sulle orecchie di Hinata come fosse stato un bambino e facendo la linguaccia gemello. “Sparisci! Shouyou non ha bisogno di sapere quanto sei pervertito e crudele con me.”
Osamu roteò gli occhi al soffitto, ormai fuori dalla porta.
“O quanto ti faccio gridare di pia-”
“Ba! Ba! Ba! Ba!”
La porta dello spogliatoio fu chiusa di nuovo e tornò un silenzio quasi surreale.
Atsumu si girò verso Hinata con un immenso sorriso.
“Allora, dove eravamo rimasti?” disse, prendendogli il viso tra le mani e stampandogli un bacio sulla bocca. “Ah sì, ti stavo chiedendo se ti andava di venire a cena da me stasera. Per il dessert.”
Hinata ingoiò - ancora il sapore dell’orgasmo di Atsumu in bocca e… e la sua testa realizzò tutto il resto, come se improvvisamente avesse capito cosa fosse successo.
“H-Ho bisogno di una doccia…”
“Decisamente” concordò Miya, osservandogli il basso ventre ancora nudo. “Ti do una mano, così facciamo prima e mangiamo gli onigiri!” cinguettò, trascinandolo nei bagni.