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Cow-T, terza settimana, M2

Prompt: Sabbia a perdita d’occhio, tra le ultime colline e il mare. (Alessandro Baricco, Oceano mare)

Numero parole: 556

Rating: SAFE


Fandom: Voltron LD

Personaggi/Ship: Alfor & Blaytz, Old Paladins.

Note: gente ubriaca che parla di cose da ubriachi. Una specie di Missing Moment dei “bei tempi”.



“La sabbia è solo il prologo, amico mio!”

Blaytz fece cozzare sonoramente il proprio boccale con quello di Alfor, esordendo l’ennesimo discorso con quella frase enigmatica. Erano, per definizione spicciola, ubriachi. O almeno, loro due erano quelli ancora parzialmente coscienti. Zarkon giaceva disteso sulla larga tavolata, russando così forte che Alfor si chiese com’era possibile che le altre persone riuscissero ancora a chiacchierare. Gyrgan usava la sua coscia come cuscino, dormendo al pari di un bambino, con ancora la bocca sporca di cibo. Trigel, in realtà, era sparita al piano di sopra della taverna con quella che aveva definita una “vecchia amica”. Forse era stata la più furba tra loro quattro. Sicuramente più di lui, che ora aveva il braccio di Blaytz intorno al collo a stringerlo con l’euforia dell’alcool in circolo.

“Cosa c’entra la sabbia con un prologo?” domandò, guardando il paladino blu con rassegnazione.

“Non guardare al significato delle parole! La sabbia è quella che ti annuncia il vero poema!”

Alfor era ancora più confuso e desiderava essere anche più ubriaco per ridursi ad annuire e annunciare un nuovo brindisi, per mascherare il fatto di non capire un cavolo di quello che si stesse dicendo.

Avevano concluso una missione, avevano liberato un pianeta, se qualcuno fosse entrato in quel momento a chiedere spiegazioni sui leoni robotici parcheggiati lì fuori probabilmente avrebbe urlato “Voltron!” come spiegazione concisa e con una sua logica recondita, ma ora la sua attenzione era per Blaytz soltanto, che lo stava tenendo sulle spine con quel discorso.

“Ok… il vero poema. Stai parlando di epica? L’Aleide? L’Imma poetica?”

Blaytz, rosso in viso per tutto il liquore mandato giù, lo fissò disorientato, muovendo la testa per metterlo a fuoco. “Che stai blaterando?” bofonchiò, improvvisamente diffidente. Guardò anche nel fondo del proprio boccale, trovandolo tristemente vuoto, e sospirò.

Alfor avrebbe voluto dire che stai cianciando tu, ma era un buon amico.

“La sabbia è il prologo…”

“Oh sì! Immagina di arrivare in cima all’ultima collina e davanti trovarti solo sabbia e sabbia e sabbia…”

“... e sabbia che annuncia il vero poema?”

“Certo!” e il paladino blu lo disse tuonando, quasi svegliando Gyrgan perché Alfor si spaventò, sussultando. Ma Blaytz non si fermò a questo: in un battibaleno fu in piedi sulla panca, le braccia distese verso l’alto e un respiro profondo gli stava riempendo i polmoni. Il Re di Altea non fece in tempo a tapparsi le orecchie.

IL VERO POEMA È IL MARE!” urlò, facendo voltare tutta la taverna verso di loro.

Il silenzio che calò fu devastantemente imbarazzante per Alfor, che si sentì le gote bruciare (e probabilmente i marchi brillare), nonostante la mole di Zarkon sul tavolo lo coprisse per buona parte agli occhi curiosi degli avventori.

Quello che non si aspettò, fu il brindisi.

AL MARE!” rombarono in coro da tutte le sale, levando tutti le braccia e i bicchieri in solidarietà, come fosse stato un discorso lungo e saggio.

Alfor decise che era meglio per la sua salute mentale raggiungere il grado di ubriacatura degli altri paladini.

“Al mare!” borbottò anche lui, scolandosi il resto del proprio boccale, mentre Blaytz gli stringeva una spalla, aggiungendo un “E alle distese di sabbia!” criptico quanto l’inizio di quella stramba conversazione senza senso.

Quella notte, tuttavia, Alfor sognò di trovarsi seduto sulla battigia a osservare una distesa sterminata e bellissima.


April 2025

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