Cow-T, quarta settimana, M2
Prompt: Dimenticarsi di qualcosa/qualcuno
Numero parole: 687
Rating: SAFE
Fandom: Originale
Personaggi/Ship: Nathaniel & Rafael
Note: //
C’era una lista di cose a cui Nathaniel cercava di non prestare attenzione e in cima c’era il compleanno, oltre a un’altra mezza dozzina di festività. Ma il compleanno aveva quel posto speciale, lì proprio per primo.
L’ultimo compleanno felice di cui avesse memoria era quello dei suoi sei anni con i suoi genitori. Non che da allora non ci fossero più stati, ma avevano un sapore diverso, di quelle date fissate sul calendario come l’appuntamento dal medico, per non dimenticarsi.
La beffa era che mentre tutti non ci pensavano, e anche quando Nathaniel stesso faceva di tutto per dimenticarsene, puntualmente gli veniva in mente. Anche quando era troppo occupato, quando era un periodo difficile, o quando le cose andavano sorprendentemente bene, ci pensava. Iniziava il mese di Marzo e l’occhio cadeva su quella cifra, a metà del mese. Il giorno prima delle Idi di Marzo, andava dicendo un tempo, stupidamente. Ma all’ennesima domanda “e cosa succede?” - se non peggio, “che cosa sono le Idi di Marzo?” - aveva lentamente rinunciato, deviando il discorso sulla morte di Giulio Cesare.
A quasi trent’anni andava bene così. Aveva altre cose a cui pensare. Da poco più di un anno il lavoro aveva iniziato a girare e ora nella sua vita c’erano delle persone che non fossero Lady Morgana o Merlino, o Lady Winterbell, come l’anziana amava ricordargli di tanto in tanto.
C’era Dorothea, probabilmente l’amica che aveva sempre voluto avere, non nei canoni in cui se l’era immaginata, ma la migliore e l’assistente più desiderabile che la vita potesse mettergli sulla strada. E da qualche tempo c’era anche Rafael, con cui aveva un rapporto diverso da quello che aveva con Merlino, non come un fratello, ma un amico che allo stesso tempo riusciva a essere presente come un famigliare (a volte anche invadente come uno zio).
Cameratesco ma silenzioso, Rafael sembrava capirlo senza usare troppe parole, come se misurasse ogni sua azione per poi dedurre quello che Nathaniel stesso non diceva. A volte il Mago aveva timore che potesse scoprire il suo segreto, se già non lo aveva fatto. O almeno, da alcuni suoi sguardi, Nathaniel aveva dedotto che avesse capito qualcosa, o meglio, che qualcosa non andasse gli era chiaro. Ma invece di avanzare domande si limitava a rimanere al suo fianco, e questo per Nathaniel significava già moltissimo. Avrebbe pure potuto dimenticarsi della maledizione che gli gravava sulle spalle, se Dorothea e Rafael gli fossero rimasti vicini per sempre.
Soprattutto quando, rientrando un po’ più tardi dal solito club, perché, insomma, era il suo compleanno alla fine e aveva ceduto a svagarsi, trovò un pacchetto incartato ad attenderlo sulla scrivania in salotto. Rimase immobile a guardarlo come fosse un qualche trucco che allo sbattere delle palpebre sarebbe scomparso, ma non successe.
“Avanti, non morde” disse una voce dalla poltrona in fondo alla stanza. Nathaniel trasalì nelle proprie spalle, trovando Rafael stravaccato a sfogliare pigramente un libro, facendosi bastare la propria vista e l’illuminazione dei lampioni esterni. Nathaniel preferì accendere almeno il lume sul tavolo.
“Perché…?” iniziò a chiedere, ma lasciò in sospeso, non sapendo neanche lui di preciso cosa intendesse domandare.
“Perché è il tuo compleanno, no? Ma se non ti sbrighi ad aprirlo sarà solo l’ennesimo anniversario della morte di Giulio Cesare” spiegò il diurno con il suo sorrisino sempiterno, senza distogliere l’attenzione dalle pagine che stava sfogliando.
Nathaniel si mosse verso il regalo senza neanche togliersi i guanti. Sciolse il nastro - che da solo sembrava costare quanto l’abbigliamento del Mago - e aprì la scatola. Dentro, tra fogli di carta velina, trovò una cravatta blu scuro in seta con un fermaglio in oro.
“Rafael, è…”
“Non ringraziarmi” tagliò corto il Diurno, incrociando finalmente i suoi occhi. Forse stava sorridendo e non ghignando come suo solito. “Anzi, buon compleanno Nath. Domani voglio vedere la faccia di Dorothea quando si accorgerà di aver dimenticato il tuo compleanno.”
Nonostante l’affermazione, detta con leggerezza, avrebbe potuto ferire Nathaniel in quanto vera, dentro era così commosso che non gli importò. Augurò la buonanotte all’amico e andò a dormire stringendo il regalo come fosse il più prezioso mai ricevuto.