sidralake: (Default)
 COW-T 14, quinta settimana, M3

Prompt: tempo

Numero parole: 100

Rating: SAFE

Note: //



 

 

"... quanto tempo ci rimane?"

"Ottanta secondi."

"Speranze?"

Shinichi non risponde, non quando la reputa una domanda sciocca ed è concentrato. Per Kaitou è tutt'altro che sciocca. La sua vita è tra le mani del meitantei, il suo cuore quasi letteralmente lo stesso. 

"Mi puoi dire qualcosa di carino?" 

"Non morirai."

"Meraviglioso. Detto da te suona come una garanzia."

Tic tac. L'orologio agganciato alla bomba non perdona alcuna parola. Shinichi fissa Kaitou Kid corrugando la fronte.

"Non ti sto addolcendo la pillola."

"Lo so" ridacchia il ladro. "Ti affiderei la vita sempre. Sessanta secondi ti bastano?"

"Certo." 

"Fai la tua magia allora!"

 

 

sidralake: (Default)

[LINK ALLA PRIMA PARTE DEL POST]


COW-T 14, quarta settimana, M1

Prompt: formato copione

Numero parole: 10420

Rating: SAFE

Note: ho un gran mischione di ricordi sui capitoli vecchi di Conan. Non so di preciso che fine abbia fatto Araide, rammento tipo che lavorasse nell’infermeria della scuola di Ran… trova il tempo che trova. A me piaceva un sacco come personaggio, mi spiace che non torni mai. Per il resto… la mia self indugence dedicata di nuovo a Kaitou Kid, Ran e Conan.






INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - STANZA DI RAN - MATTINA

Kaitou Kid è da solo e osserva la rosa che ha regalato a Ran, mentre la sente trafficare fuori dalla stanza e infine chiudere la porta di casa. Il ragazzo fa sparire la rosa con un movimento della mano e recupera il cellulare dalla tasca della felpa. Osserva l’ora e la sua espressione si fa guardinga. Dopo qualche secondo, accenna un ghigno. 


KAITOU KID

È più forte di te origliare pur di sapere, eh, meitantei?


Conan spalanca la porta con un cipiglio furioso, ma controllato. Ha leggermente il fiatone.


KAITOU KID

Ti sei nascosto aspettando che Ran-hime uscisse? Sei davvero un gran attore!


CONAN

Che diavolo ti è saltato in mente di venire qui!? 


Kaitou Kid finge di mettersi più comodo. Passa una mano davanti al viso e quando la abbassa ha di nuovo il monocolo sull’occhio. Stira un mezzo sorriso irritante, anche se il resto dell’espressione ne simula una arresa. 


KAITOU KID

Non avevo molte opzioni e puoi biasimare anche te stesso se sono venuto a cercare aiuto qui. Tu e la tua ragazza vi prendeste cura della mia colomba, ora non è molto diverso.


Conan sembra sul punto di scoppiare, ma si trattiene. Gli si legge in viso il bisogno di sapere. 


CONAN 

L’altra sera ti hanno sparato.


KAITOU KID

Sì, sul tetto. Ogni tanto capita che ci sia qualche imbucato ai miei spettacoli, ma di solito riesco a occuparmene abbastanza facilmente. Stavolta li ho sottovalutati.

 

La furia sul viso di Conan sembra placarsi un poco e assomigliare di più a quella in cui il suo cervello si mette in funzione per ragionare. 


CONAN

Chi sono?

 

Si squadrano. È una domanda che implica parecchio e si guardano a vicenda perché significa mettere sul tavolo le proprie carte. 

Kaitou si rimette seduto, appoggiandosi contro la parete del letto e cercando di acquisire una posa rilassata, anche se si massaggia uno dei punti in cui si è fatto male con fare meditabondo. 


KAITOU KID

Meitantei, non pensi di avere già abbastanza problemi di tuo?


CONAN

Hai detto a Ran che avresti chiesto il mio aiuto.


KAITOU KID

Wow, dove e quando hai messo una cimice stamattina? Spii davvero la ragazza che ti coccola e ti nutre?


Conan arrossisce e fa un passo avanti minaccioso e Kaitou Kid alza le mani per scusarsi.


KAITOU KID

Ho detto a Ran-hime che avrei potuto chiedere il tuo aiuto, ma in un prossimo futuro, magari quando non avrai più questo piccolo problema


Fa un gesto che sottolinea la sua bassa statura. L’implicazione sembra cogliere Conan impreparato, ma dopo un attimo di tentennamento si riprende. Si mostra punto sul vivo e incrocia le braccia sulla difensiva. 


CONAN

Non mi serve essere grande per usare la testa e occuparmi di certe questioni.


KAITOU KID

Ah no, hai ampiamente dimostrato che sai cacciarti nei guai allo stesso modo. (ride) Anzi, forse riesci a venirne fuori anche meglio, sarà proprio perché ne sei all’altezza. Potrei provare anche io quello che hai preso tu.


CONAN

Non scherzarci!


Conan fa un ulteriore passo e ormai è arrivato al bordo del letto. È livido sul serio, tanto che Kaitou trasale e alza di nuovo le mani a difesa. 


KAITOU KID

Scusa, commento di troppo.

 

Conan cerca di calmarsi, ma la cosa gli brucia. 


CONAN

Chi ti ha ricucito? Non può essere stata Ran.


KAITOU KID

Anche lei ha i suoi complici. Alti, biondi, occhi chiari. Capisco le tue ragioni di tenerla a distanza, ma dovresti darle più credito.


CONAN

Non sono affari tuoi.


KAITOU KID

Hai ragione, ma non capisco come fai a essere indifferente alle sue lacrime.


Conan stringe i denti e i pugni. 


CONAN

Finché non sa è al sicuro.


Kaitou Kid lo squadra a lungo. 


KAITOU KID

... ne sei davvero certo? A me sembra che più affondi in questa storia, più tenerla all’oscuro finirà per farla inghiottire da quel nero a cui tanto dai la caccia.


Conan non risponde. Kaitou Kid si fa serio. 


KAITOU KID

Sai, non avevo pensato a una cosa. Se fossi io a offrirti il mio aiuto? 


CONAN

(sorpreso)

Cosa?


Kaitou Kid sorride, ma senza divertimento, più come se qualcosa nella sua mente stesse prendendo forma. 


KAITOU KID

Se fossi io a offrirti una mano per uscirne? Prima tu verrai fuori dal tuo guaio, prima potrò chiederti aiuto per il mio. Quindi sarebbe più utile, direi logico, che io aiuti te, che ne dici?


CONAN

No.


KAITOU KID

... wow, hai fatto in fretta a decidere. Almeno fingi di prendere la proposta in considerazione!


Conan distoglie lo sguardo. 


CONAN

Sei scaltro e bravo in quello che fai, ma questa gente non lascia scappare nessuno.

 

Kaitou è sorpreso.


KAITOU KID

Sei preoccupato che mi succeda qualcosa?


Conan guarda altrove. 


CONAN

Non voglio coinvolgere nessun altro.


Kaitou Kid assume un’espressione pensosa. 


KAITOU KID

Il tuo vicino di casa, quel professore, lo sa. Il Detective dell’Ovest idem. La bambina con i capelli castani ho capito che è nella tua stessa situazione… (Mentre lo dice, sta elencando sulle dita) Quel tipo che ora vive a casa tua ha un’ottima maschera addosso ed è chiaramente dalla tua parte. Se penso a chi gliel’ha applicata, questo non esclude Fujimine-san e di conseguenza tuo padre. E siamo già a sei persone a conoscenza del tuo segreto, tra cui un anziano, una bambina e i tuoi genitori. Non vorrei vantare di avere una piccola marcia in più grazie al mio hobby, ma penso che potrei esserti utile quanto loro.


Conan lo guarda scioccato e senza parole.


KAITOU KID

Non essere tanto sconvolto, anche io devo guardarmi le spalle. Sono abituato a osservare. Certo, non metto sempre insieme i pezzi in modo brillante come fai tu, quella per me è stregoneria, ma me la cavo. E lavoro di fantasia, meitantei, sennò non staremmo qui a parlare da pari (gli fa l’occhiolino). 


CONAN

(serio)

Questo non cambia niente.

 

Kaitou Kid sospira, passandosi una mano sul lato della faccia dove non ha il monocolo. 


KAITOU KID

È proprio difficile convincerti.


CONAN

Resti un criminale.


Kaitou Kid mette su un muso contrariato. 


KAITOU KID

Pensavo avessi ascoltato la conversazione che ho avuto con Ran-chan.


CONAN

Ci sono altri metodi.


KAITOU KID

Questo è il mio.

 

Si squadrano e, Kaitou Kid deve arrendersi, sono a un punto morto. Conan da a intendere che non vuole cedere sui propri principi. Kaitou Kid fa schioccare la lingua e alla fine decide di risdraiarsi a letto. 


CONAN

Ohi! Cosa credi di fare!? Devi andartene!


KAITOU KID

La prognosi dice che ho ancora qualche giorno di degenza e qui sto bene. La tua ragazza è molto premurosa.


Conan diventa rosso e si aggrappa al bordo del letto, come un cane che sta per abbaiare. 


CONAN

Non puoi restare qui!


Kaitou Kid tira più giù il bordo del cappuccio, coprendosi gli occhi, ma esibendo un sorriso scaltro.


KAITOU KID

Ammetto che il letto è stretto, ma è piacevole sentire il tepore e il buon profumo di Ran-hime circondarmi.


Conan diventa definitivamente rosso e livido al contempo, saltando sul letto e strattonandolo per una manica.


CONAN

Te ne devi andare immediatamente!


Kaitou Kid non si muove, voltando la testa verso la parete. 


KAITOU KID (modulando la voce come quella di Ran)

Conan-kun! Cosa stai facendo!?


Conan è preso alla sprovvista e trasale, voltandosi verso la porta. Quando si accorge che non c’è nessuno, si rigira verso il ladro e lo trova a sghignazzare vittorioso. Conan ha uno sguardo omicida. Kaitou Kid fischia impressionato. 


KAITOU KID

Sono fortunato che i tuoi principi ti tengano al guinzaglio.


Conan ricambia con un’espressione che non promette nulla di buono.


CONAN

Non sei l’unico che può imitare le voci. Mi basterà una telefonata a Nakamori-keibu con la voce di Kogoro-ojisan per farti arrestare! 


Kaitou Kid sbuffa e si leva il cappuccio per poi passarsi le mani nei capelli e sistemarli alla Shinichi, senza togliersi il monocolo però. 


KAITOU KID

(malizioso)

Chissà cosa dirà il tuo futuro suocero a trovarti nel letto di sua figlia?


Conan sbianca.


CONAN

Non oseresti.


KAITOU KID

Sarebbe molto divertente vedere quali ripercussioni ci sarebbero in futuro.


(fuori campo) Qualcuno si schiarisce la voce dalla porta con un colpo di tosse. Sia Conan sia Kaitou Kid saltano spaventati, per poi girarsi e trovare sull’uscio il dottor Araide. Kaitou Kid fa sparire il monocolo. 


ARAIDE

Scusate l’intrusione… 


Araide ha l’espressione di qualcuno che cerca di cogliere qualcosa oltre le apparenze, ma alla fine guarda Conan. 


ARAIDE

Me lo sentivo che non saresti rimasto all’oscuro ancora per molto.

 

Conan è preso in contropiede. 


CONAN

C-cosa fa lei qui? (dà subito l’idea di realizzare, ripensando alla battuta di Kaitou Kid (V.O.) sui complici di Ran “Alti, biondi, occhi chiari”). È stato lei ad aiutare Ka- (Kaitou Kid gli da un pizzicotto) S-Shinichi-niichan?


Araide entra e appoggia la borsa sulla scrivania di Ran. 


ARAIDE

Ran mi ha chiamato l’altra sera, era molto preoccupata e a ragione.


Araide guarda negli occhi Kaitou Kid, poi di nuovo Conan. 


ARAIDE 

Kudou-kun ha rischiato parecchio, ma Ran è stata brava a prestargli il primo soccorso. Non voleva dirti niente per non farti preoccupare.

  

Conan annuisce, anche se rigido, scambiando uno sguardo con Kaitou Kid. Poi torna a rivolgersi ad Araide.


CONAN

Come ha fatto a entrare?

 

Araide è in imbarazzo. 


ARAIDE

Ran mi ha lasciato una copia delle chiavi. Oggi intendo restituirle.


CONAN

Quindi Shinichi-niichan sta meglio? Può tornarsene a casa sua?

 

Araide accenna un sorriso divertito, mentre inizia a tirare fuori gli strumenti da medico. 


ARAIDE

Sembri quasi geloso, Conan-kun.


Conan non fa niente per nascondere la propria espressione piccata mentre Kaitou Kid sghignazza, scompigliandogli i capelli. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

Lo è davvero! Si sa come sono i bambini, si prendono queste cotte per chi è premuroso nei loro confronti.


Conan sembra sul punto di morderlo. Araide si avvicina con i guanti sulle mani, aiutando Shinichi (Kaitou Kid) a togliersi la felpa. 


ARAIDE

Ran è una brava persona, Conan-kun è fortunato che sia lei a occuparsi di lui.


Kaitou Kid annuisce, risistemandosi i capelli che sembrano voler tornare al loro stato selvaggio di base. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

Ha ragione, Conan è proprio fortunato.

 

Araide lo guarda senza capire. 


ARAIDE

Non per farmi gli affari vostri, ma da quello che ho sentito da Suzuki-san… tu e Ran vi state frequentando ufficialmente, o sbaglio?


Sulla fronte di Conan spunta una vena di avvertimento mentre guarda Kaitou Kid nerissimo. Il ladro nicchia un po’. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

Sì… be’, al momento le cose sono un po’ complicate per via dei miei casi…


Araide si fa serio mentre toglie la medicazione del giorno prima. Conan punta l’attenzione su questa, facendosi serio a sua volta mentre constata i danni e da l’idea di farsi i suoi ragionamenti mentali sulla dinamica. 


ARAIDE

Kudou-kun, so che da un po’ di tempo sei coinvolto in qualcosa di pericoloso, tanto che preferisci passare per morto… non intendo mettere in dubbio quello che stai facendo, ma è inevitabile pensare che dovresti chiedere aiuto a qualcuno.


Il dottore incrocia lo sguardo di Shinichi (Kaitou Kid), per poi riabbassarlo. È più forte di Kaitou Kid lanciare un’occhiata a Conan, che sa che quelle parole sono rivolte a lui. 


ARAIDE

Non voglio farti il discorso da persona adulta, faccio fatica anche io a considerarmi tale a volte, ma sono preoccupato per la tua salute. Qualcuno ti ha sparato e sei stato fortunato che non sia stato più grave di così… ma qualcuno lo sa cosa hai rischiato? C’è qualcuno che ti sta aiutando? Ran era sinceramente preoccupata e… addolorata di non sapere cosa stai facendo.


Conan si morde il labbro, guardando da un’altra parte. Araide è concentrato sulla ferita per accorgersi della sua espressione. Kaitou Kid invece la osserva pienamente. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

Sì, qualcuno mi sta aiutando, ma è molto complicato. Sto cercando di capire anche io quanto profonda e nera sia questa faccenda, per questo sono cauto nel chiedere aiuto. Non voglio rischiare di coinvolgere altri. Non voglio che Ran rischi, anche se…


ARAIDE

(serio)

Anche se sarebbe la tua alleata numero uno.


Kaitou Kid tace e Conan stringe i pugni, oscurando l’espressione. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

(mormora)

Ho paura di perderla.


Araide annuisce, mentre pulisce la ferita.


ARAIDE

Lo capisco e vorrei dirti che è un desiderio legittimo. Tuttavia, le cose non vanno come uno spera o si impegna a fare. Conan lo sa. Anche lui è rimasto coinvolto in un tentativo di rapimento e da parte di qualcuno che aveva preso le mie sembianze (scuote la testa). 

Mi hanno detto che anche Ran è si è trovata presa in mezzo a questa faccenda, salvando Haibara-chan. Sono state fortunate, non sapevano che pericolo stessero correndo. Non del tutto, credo.


Il dottore sospira sconsolato, guardando in viso Shinichi (Kaitou Kid).


ARAIDE 

A volte la troppa cautela rischia di fare più danni perché niente è davvero prevedibile. Non voglio spingerti a parlarle e coinvolgerla in tutto, ma se almeno sapesse che tipo di pericolo stai correndo, potrebbe, credo, sapere cosa fare nel caso si ritrovi di nuovo coinvolta in qualcosa. Saprebbe a chi chiedere aiuto o di chi fidarsi (si volta a recuperare alcune cose dalla valigetta da medico).

Io stesso sono confuso, perché a sentir parlare le persone che hanno interagito con chi si è spacciato per me non sembrava avere davvero cattive intenzioni… ma se è stato così bravo a impersonarmi, devo pensare che il pericolo non sia da sottovalutare, o anzi, che la questione sia più insidiosa di quello che uno può immaginare.


Ad Araide cade l’occhio su Conan e si accorge che il suo viso si è adombrato e si sente in colpa. 


ARAIDE

Scusami, non volevo finire col dire cose così pesanti. A volte mi dimentico che sei solo un bambino.


Conan si sforza di mettere su un’espressione più spensierata. 


CONAN

Ho avuto paura quella volta, ma per fortuna mi hanno trovato in tempo ed è finita bene.


Araide annuisce. 


ARAIDE

Già.

 

Conan poi guarda Kaitou Kid che è rimasto in silenzioso ascolto, anche se negli occhi ha la stessa proposta di aiuto di prima, ma Conan è ancora restio. 


CONAN

Sono certo che Shinichi-niichan sa quello che sta facendo, per questo… per adesso non sta dicendo niente a nessuno.


Il suo tono non è convinto, ma Kaitou Kid chiude gli occhi e torna a rivolgersi ad Araide. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

Penserò alle sue parole, Araide-sensei. Grazie.


Araide annuisce.


ARAIDE

Se avessi bisogno di aiuto… non esitare a chiamarmi. E se ti servisse qualcuno di più competente, potresti provare a cercare Jodie Saitmillion. Conan l’ha conosciuta, per un po’ è stata insegnante della classe di Ran, ma è un’agente dell’FBI ed è stata lei a smascherare chi mi stava impersonando.


Kaitou Kid rimane stupito. Conan non ha fatto in tempo a fermare Araide dal parlare. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

L’FBI è coinvolta, eh? Deve essere stato un tentativo di rapimento davvero pericoloso.


Il dottore è stupito.


ARAIDE

Ran non te ne ha parlato?


SHINICHI (Kaitou Kid)

Questo dettaglio deve esserle sfuggito.


Il dottore lo riguarda di nuovo come se non fosse convinto di qualcosa. 


ARAIDE

Avete davvero bisogno di parlare.


SHINICHI (Kaitou Kid)

Già.


Il dottore finisce di medicare Kaitou. 


SHINICHI (Kaitou Kid)

Tra quanto potrò ricominciare a muovermi?


ARAIDE

Stai guarendo piuttosto in fretta, è davvero sorprendente. Penso un paio di giorni. Ma devi continuare a riposarti.


CONAN

(sbuffando)

Secondo me è già capace di camminare.


Araide ride del tono geloso. 


ARAIDE

Sì, ma avrebbe bisogno di un aiuto e non dovrebbe sforzarsi (poi si guarda intorno). Anche se capisco che questa sistemazione non sia il massimo.


Torna a guardare Kaitou negli occhi, con una sorta di riprovero.


ARAIDE

Tra medico e paziente vige il segreto professionale e anche Ran mi ha chiesto di tacere, ma nascondere la tua presenza al detective Mouri, soprattutto il fatto che stai in camera della figlia, non è… (sospira). Non voglio farti la paternale.

 

CONAN

(indefesso)

Hai sentito Araide-sensei? Devi sloggiare da qui.


ARAIDE

Conan-kun! Non intendevo questo!


SHINICHI (Kaitou Kid)

(sbuffando)

Due giorni, nanerottolo, e poi me ne vado. Puoi avere la pazienza di aspettare che guarisca?


Conan incrocia le braccia ma non aggiunge altro. Il dottore passa lo sguardo dall’uno all'altro. 


ARAIDE

Mi ero immaginato andaste più d’accordo (poi si rivolge direttamente al bambino). Conan-kun, ti dispiace andare in bagno e far scorrere un po’ l’acqua calda? Prima di andare via vorrei aiutare Kudou-kun a lavarsi.


SHINICHI (Kaitou Kid)

Grazie, ma non c’è bisogno, posso provarci da solo.


CONAN

Vedi che allora puoi andartene?


ARAIDE

(tono più incisivo)

Ora basta. Conan, per piacere.


Conan rotea gli occhi e va in bagno. Rimasti soli, il dottore si rivolge al detective (ladro).


ARAIDE

Non lo capisco. A volte sembra un bambino, a volte un adulto, a volte-


SHINICHI (Kaitou Kid)

Un adolescente problematico.


Il dottore lo guarda sorpreso e un po’ divertito. 


ARAIDE

Come te, Kudou-kun. È molto sveglio.


SHINICHI (Kaitou Kid) 

Non c’è da fidarsi dei bambini di oggi.

 

Il dottore ride sinceramente divertito. 



(STACCO)



Araide e Conan, anche se di malavoglia, aiutano Shinichi (Kaitou Kid) a lavarsi con una spugnetta e a rivestirsi. Al termine, il ragazzo sembra molto affaticato.

 

ARAIDE

Hai davvero bisogno di riposarti. Sei riuscito a dormire con gli antidolorifici?


SHINICHI (Kaitou Kid)

Abbastanza.


ARAIDE

Continuo a essere dell’opinione che dovrei portarti in clinica per degli accertamenti. Ho uno studio anche in casa, se non ti fidi a farti vedere in giro. Possiamo combinarci nel modo che preferisci, ma vorrei essere sicuro che non ci siano ricadute.

 

Il ragazzo gli sorride grato.


ARAIDE

Lei è molto gentile. Ho il suo numero, la chiamerò.


Araide annuisce e si alza per sistemare le proprie cose, mentre Kaitou Kid si ristende. 


ARAIDE

Se dovesse venirti la febbre chiamami subito. Se è soltanto alterazione va bene, prendi l’antibiotico che ti ho lasciato, ma se si alza dovete chiamarmi, ok? (guarda anche verso il bambino)


Kaitou fa un gesto di ok con la mano. Araide fa per andarsene ma si ferma sulla porta. 


ARAIDE

Immagino che la polizia non sappia niente e non saprà, vero?

 

Kaitou Kid fa segno di no con la testa.


CONAN

Penso che Shinichi-niichan non abbia abbastanza prove da portare alla polizia per aprire un’indagine che inchiodi subito chi gli ha sparato. Rischierebbe di essere solo esposto.

 

Il dottore lo guarda, anche se dubbioso.


ARAIDE

Conan-kun, da grande vuoi davvero diventare anche tu un detective, eh?


Conan imbastisce un sorriso, portandosi le mani dietro la testa. 


CONAN

(ride, tirato)

Penso di sì.


ARAIDE

Cerca di goderti un po’ l’infanzia almeno. Intanto… se resti con Kudou-kun controlla che mangi qualcosa e chiamami in caso ci sia qualcosa che non va.


CONAN

(tono di malavoglia)

Lo farò.

 

Il dottore si fruga in tasca e poi si china per riconsegnargli il doppio delle chiavi. 


ARAIDE

Visto che ora anche tu sai, se dovessi tornare mi aprirai tu.


(STACCO)


Il dottore si congeda con un ultimo cenno di saluto. Conan sbuffa dopo aver chiuso la porta dell’appartamento. È visibilmente provato dalla conversazione indiretta. 

Mentre torna verso la camera di Ran, tira fuori il cellulare. Il display mostra un sacco di messaggi da parte degli altri Detective Boys e di Haibara che vuole sapere la situazione. Ignora tutto e se lo rimette in tasca. Varca la soglia della stanza.


CONAN

Ehi-


Conan si blocca e poi sospira. Avvicinandosi al letto, constata che Kaitou Kid si è addormentato. Il bambino si scompiglia i capelli, imprecando, spegnendo la luce e chiudendo la porta. 




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - INGRESSO/SOGGIORNO - MEZZOGIORNO

La porta di casa si apre piano piano e Ran fa per entrare, cercando di fare il minimo rumore.


CONAN

(simulando un tono sorpreso)

Ran-neechan! Sei già tornata?


Ran sobbalza e quasi le cadono le chiavi di casa. 


RAN

C-Conan-kun, cosa fai qui? Non dovevi essere dal professor Agasa? 


Conan si stringe nelle spalle.


CONAN

Mi ero dimenticato una cosa a casa… (fa spallucce) Ma! Non sapevo che Shinichi-niichan fosse tornato! 


Ran lancia un’occhiata preoccupata alla porta della propria camera, mentre Conan le gira intorno.


CONAN

Perché non me l’hai detto? Eh? Neanche a Kogoro-ojisan…


Ran si accuccia e gli appoggia il palmo sulla bocca per farlo tacere. Allunga l’orecchio per ascoltare se ci sono rumori provenienti dalla propria camera. Dopo un attimo si sente una voce.


SHINICHI (Kaitou Kid)

Sono sveglio. Conan è stato davvero un angioletto. 


La ragazza corruga la fronte fissando il bambino. 


RAN

Gli hai dato fastidio?


Conan ricambia con un’espressione testarda e un po’ offesa, portandosi le mani dietro la testa. 


CONAN

… no. (non la guarda) Ho visto che non sta bene. È venuto il dottor Araide a visitarlo.


Ran si rialza e va verso la camera. Entra facendo piano. L’ambiente è in penombra e Kaitou Kid è ancora nel suo angolo di letto. Dietro di lei, Conan la segue con aria scocciata e resta a osservare la ragazza che si libera della borsa sulla scrivania per poi raggiungere il letto e constatare le condizioni del falso Shinichi. 

Kaitou Kid ha i capelli arruffati dal sonno che spuntano dal cappuccio. Apre gli occhi con un grugnito e sembra affaticato e un po’ sofferente. Ran gli appoggia una mano sulla fronte. 


RAN

Non sembra ci sia febbre.


KAITOU KID

(non imitando davvero più Shinichi)

Nah… ma l’effetto dell’antidolorifico è finito (sbuffa, agitandosi un poco, anche se questo gli provoca delle smorfie). Non è la sensazione più piacevole del mondo.

 

Ran controlla l’orologio. 


RAN

Ti preparo qualcosa da mangiare così puoi prenderne un altro.


Kaitou tenta di dire qualcosa, ma alla fine si limita ad annuire e mormora un ringraziamento. La ragazza prende Conan per la mano e lo trascina fuori dalla camera, andando verso la cucina. 




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - CUCINA - MEZZOGIORNO

Ran ha lasciato la mano di Conan per aprire il frigo e tirare fuori qualche ingrediente. 


RAN

Sei rimasto per la visita di Araide-sensei?

 

CONAN

… sì. 


Conan la aiuta con le cose, ma ha ancora una faccia restia ad accettare la situazione. La ragazza non gli presta attenzione.


RAN

Che cosa ha detto? Come sta?


CONAN

(sbuffa)

Dice che gli ci vorranno almeno altri due giorni di riposo perché stia in piedi.


RAN

Mmmh… solo due giorni?


CONAN

(lamentoso)

Già! E non dovrebbe rimanere nella tua stanza! E se Kogoro-ojisan lo scoprisse?  


Ran diventa rossa, ma continua a tagliare le verdure. 


RAN

È meglio che papà non lo sappia, ma non possiamo spostarlo da nessun’altra parte.


CONAN

Però…! 


Ran sembra in difficoltà e anche un po’ confusa lei stessa.


RAN

È una situazione strana, lo so, ma per adesso è l’unica soluzione.


CONAN

Possiamo trovarne un’altra! 


RAN

(esasperata)

Insomma, perché a volte hai questi comportamenti così infantili, Conan-kun? Hanno sparato a… (tentenna) a Shinichi. È una situazione delicata e dobbiamo mantenere il segreto. 


CONAN

(borbotta)

Ok… ma è nel tuo letto…


Ran sbuffa e sbatte il coltello sul tagliere con frustrazione e stanchezza.


RAN

Quando insisti in questo modo proprio non ti capisco, sembri così… così adulto ogni volta che si presenta un caso! Ora invece non ti rendi conto che c’è una persona che è stata ferita e ha bisogno di aiuto e riposo!


Conan abbassa lo sguardo, mortificato.


CONAN

Scusa, Ran… Ran-neechan…


Ran lo guarda e si sente in colpa, abbassandosi alla sua altezza.


RAN

Scusami, non volevo alzare la voce. Sono solo stanca e… preoccupata.


CONAN

Non devi. Araide-sensei dice che sta guarendo in fretta.


L’espressione di Ran però non abbandona però i sentimenti negativi.


RAN

È una buona notizia. Sono contenta.


Conan le poggia una mano sulla guancia. 


CONAN

Ran-neechan?


RAN

Conan-kun… secondo te… è giusto che Shinichi abbia tutti questi segreti nei miei confronti?


Conan si sente colpito in pieno peggio di uno schiaffo. Lo sa che Ran sa che nella sua camera c’è Kaitou e non Shinichi, quindi gli fa anche più male perché sa che si sta riferendo proprio a lui stesso. 


RAN

Se venisse ferito… se venisse ferito davvero gravemente, io probabilmente non lo verrei a sapere. Andrebbe da qualcun altro, qualcuno a conoscenza di quello che sta facendo, non da me, ma io… se gli succedesse qualcosa… (singhiozza) 


CONAN

Ran…


RAN

Sarebbe facile dire che vorrei solo aiutarlo… ma la verità è che non sapere sta diventando troppo pesante. Pensi che sia egoista?

 

Conan è spiazzato e non sa cosa rispondere. La sua mano si aggrappa alla manica di Ran perché pensa di non poter reggere lui stesso. Ran lo interpreta come il gesto di un bambino alla fine.

La ragazza si asciuga le lacrime per poi prendere un respiro profondo. 


RAN

Scusa lo sfogo.


CONAN

No… non devi chiedere scusa…


CONAN (V.O.)

Sono io a doverlo fare, Ran…


RAN

Ecco, vedi? (sorride tristemente) Sembri di nuovo parlare come un adulto (ride con amarezza). Se avessi dieci anni di più verrei a farmi consolare da te e manderei Shinichi a quel paese (ride).


Prende un altro respiro profondo e riprende il controllo della situazione. 


RAN

Ora Shinichi è di là e ha bisogno che qualcuno gli stia vicino e, soprattutto, deve mandare giù qualcosa per gli antidolorifici.


Guarda verso Conan e gli fa una carezza tra i capelli. 


RAN

Ho capito che questa situazione non ti piace… ma mi puoi aiutare? 


Conan annuisce più accondiscendente rispetto a prima.


RAN

Grazie. Intanto gli porteresti un bicchiere e una bottiglia d’acqua? Assicurati che beva, non penso lo stia facendo abbastanza.




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - STANZA DI RAN - MEZZOGIORNO

Conan riapre la porta della camera portandosi sottobraccio la bottiglia d’acqua e in mano un bicchiere. Sa di strascinare i passi, perché non riesce del tutto ad accettare la situazione, ma il discorso di Ran gli ha fatto male. Sospira. 

Guarda verso il letto e osserva Kaitou Kid. Nonostante la poca luce, si accorge che si è rigirato di nuovo. Anche il ragazzo lo nota.


KAITOU KID

Meitantei… non sono qui per mettere zizzania tra te e la tua bella… 


Conan lo ignora. Appoggia la bottiglia e il bicchiere sul letto, per poi arrampicarsi e farsi più vicino. Poggia la mano sulla fronte del più grande, ma conferma che non c’è febbre. Poi si sposta abbastanza per afferrare il bordo della felpa indossata dal ladro e tirarla su fino a scoprire la medicazione. Il grande cerotto è sfumato di rosso. Il ragazzo mugugna contrariato.


KAITOU KID

Mi fai il solletico. 


CONAN

Il pranzo arriverà tra poco, riesci a sederti? E dove sono gli antidolorifici?


Kaitou guarda verso la testata del letto e Conan recupera le due scatole, prendendo i foglietti illustrativi. 


CONAN

Quanto dolore senti da uno a dieci?


KAITOU KID

… venti? Ma tengo duro. 


Conan ripensa alle parole di Ran.


RAN (V.O.)

C’è una persona che è stata ferita e ha bisogno di aiuto e riposo. 


Conan si scompiglia i capelli scocciato. 


CONAN

(serio)

Dovresti davvero considerare un breve ricovero.


KAITOU KID

Tranquillo, me ne andrò quanto prima. Ho capito che mi vuoi il più lontano possibile dalla tua lei.


CONAN

(sospirando)

Stupido, non intendevo quello. Se ti venisse la febbre potresti avere un’infezione e la questione potrebbe diventare più grave.


KAITOU KID

(ridacchia)

Ora ti preoccupi?


Conan tace e raccoglie i pensieri. 


CONAN

Avere le dimensioni di un bambino di sei anni fa schifo.

 

Kaitou Kid lo guarda con tanto d’occhi senza sapere cosa dire. Conan non ricambia, ma recupera la bottiglia e il bicchiere, riempiendolo e porgendoglielo. 


CONAN

Devi idratarti.


KAITOU KID

(ridacchiando)

Un bambino direbbe Oniichan, devi bere o starai ancora più male! (lo dice imitando una vocetta infantile) 


Conan non gli risparmia un’occhiataccia, pentendosi della confessione che voleva essere un po’ una mano tesa. 


CONAN

Muori.


KAITOU KID

No, che poi ti mancherei.


Il bambino prende un lungo respiro per ricalibrarsi.


CONAN

Non è che hai recuperato il proiettile o il bossolo del colpo che ti hanno sparato?


KAITOU KID

Non è stato proprio il primo pensiero che mi ha sfiorato quando mi hanno colpito. Ero un attimo impegnato a cercare di capire se sarei morto lì o in mezzo alla strada dissanguandomi.


CONAN

Non c’è bisogno di essere tanto sarcastici.


KAITOU KID

Fammi delle domande più umane allora!


Conan gli prende il bicchiere dalle mani e glielo ri-riempie.


CONAN

Bevi. Oniichan.


Kaitou Kid rischia di strozzarsi, ridendo. 


CONAN

Ricordo che era presente anche un altro detective. Hakuba-san.


Kaitou è scosso da un brivido che maschera nel sorso d’acqua. A Conan non sfugge e lo guarda con insistenza. 


KAITOU KID

Diciamo che è un tipo fissato con… me.


CONAN

(con aria pensierosa)

Ricordo che era presente al caso della Villa del Crepuscolo. Avevano chiamato lui perché non erano riusciti a reperire me. E anche un’altra volta durante una finta sfida tra detective nel risolvere un caso di omicidio…


KAITOU KID

I vostri divertimenti sono così macabri, ci pensate mai?


CONAN

Lui potrebbe aver trovato qualche indizio utile.


KAITOU KID

(sospira)

Spero non abbia seguito le mie tracce fino a qui. Non ho alcuna voglia di discuterci.


Conan lo guarda scettico. 


CONAN

Non vuoi stanare la gente che ti ha sparato?


Kaitou fa un sorriso stanco. 


KAITOU KID

Sinceramente ora vorrei solo rimettermi in piedi e lasciarmi alle spalle quello che è successo.


Conan non capisce davvero, ma quando riapre bocca per insistere, di nuovo le parole di Ran gli risuonano nelle orecchie. 


CONAN

… hai bisogno di riposo.


KAITOU KID

Ran-hime ti ha strigliato per bene, eh?


In quel momento la porta si scosta ed entra Ran con un vassoio. Sembra un po’ più tranquilla. 


RAN

Mi avete nominata? Di che parlavate?


CONAN

Nulla, nulla…


SHINICHI (Kaitou Kid)

(ghignando)

Conan mi diceva di quanto gli piace fare il bagno con te! (gli punzecchia una guancia) Lo stavo rimproverando perché ormai è un ometto e può fare da solo.

 

Conan lo fulmina con uno sguardo mentre Ran ride, anche se un po’ rossa. 


RAN

Mi piace lavargli i capelli, mi dispiacerebbe non farlo.


Conan avampa. 


CONAN

A-Anche a me piace.


Kaitou Kid lo guarda con un risolino malizioso e saputello. Intanto Ran sistema il vassoio sul letto. Ci sono tutte e tre le porzioni per il pranzo. La ragazza si rivolge al ladro.


RAN

Riesci ad alzarti?


Kaitou Kid si mette il più comodo possibile mentre Ran e Conan gli sistemano un paio di cuscini dietro la schiena. Ha ancora il cappuccio ad adombrargli il viso, ma non si preoccupa più di simulare troppo di essere Shinichi. 


KAITOU KID

Servito e riverito. Mi piace.


Ran e Conan sbuffano. La prima ride, il secondo solleva gli occhi al soffitto. I tre iniziano a mangiare in silenzio. L’atmosfera non è tesa, ma c’è qualche occhiata lanciata qui e lì. 


RAN

(mormora)

Sembra quasi di stare in campeggio (arrossisce). Insomma, stiamo mangiando dove capita… e questa penombra è rilassante e, oh? Ha iniziato a piovere? 


KAITOU KID

(sorridendole)

Non sono mai stato in campeggio, è così di solito? 


RAN

Conan ci va spesso con i suoi amici. Anche se pure in quelle occasioni si cacciano nei guai…


Il bambino incassa la testa tra le spalle e il ladro gli lancia un’occhiata divertita. 


KAITOU KID

Conan non è proprio il ragazzino più fortunato al mondo, eh?


Conan si mostra scontento, ma ha la bocca occupata a masticare e non può rispondere. 


RAN

Quella volta che sei andato in campeggio e ti hanno sparato… è stato terribile.


KAITOU KID

Decisamente un bambino sfortunato.


CONAN

È acqua passata…



(STACCO)



Hanno finito di mangiare e Kaitou riprende gli antidolorifici con un sospiro stanco. 


KAITOU KID

(sbadiglia)

Era squisito.


Ran è contagiata a sua volta, mentre si stropiccia un occhio. 


RAN

Hai bisogno di riposarti.


KAITOU KID

(ridacchia)

Senti chi parla.


Conan grugnisce, ripalesando la propria presenza anche se è andato a portare le cose in cucina. Ran gli dà distrattamente una carezza sulla testa che lo placa subito. Poi la ragazza si alza, spingendolo fuori. Si ferma sull’uscio, rivolgendosi al ladro.


RAN

Se hai bisogno di qualcosa chiamaci


Kaitou Kid si sta sdraiando e le fa un cenno di ok con la mano. Ran chiude la porta. 

Conan è di fianco a lei e le rivolge tutta la propria attenzione, ammorbidendo l’espressione al punto da sembrare dispiaciuto. Le prende una mano con la propria


CONAN 

Sei davvero stanca, Ren-neechan.


RAN

Sono state due nottate lunghe… (sussurra) Per un attimo ho temuto che sarebbe morto mentre cercavo di aiutarlo.


Il bambino le stringe la mano. 


CONAN

Starà bene (sorride rassicurante). Ha la pelle dura! (si fa serio) Ora però devi riposare! Vieni!


Conan la guida verso la stanza di Kogoro e si premura di farla stendere a letto. La ragazza sbadiglia di nuovo e si stende, già con gli occhi chiusi. Il bambino le sistema la coperta sopra. 


CONAN

Riposati, Ran-neechan. Se c’è qualcosa da fare ci penso io… 


Ran lo afferra per il polso.


RAN

Resta. 


La ragazza ha gli occhi chiusi e non nota come le guance di Conan si siano colorate di rosa. 


RAN

(sempre a occhi chiusi)

Resta qui con me…


Il bambino si guarda alle spalle, verso la porta rimasta aperta. Dal salotto non si sente nulla. C’è il vago rumore della pioggia esterna, ma il resto della casa è silente. Torna a scrutare il viso di Ran. Lei ha ancora la mano a tenerlo, anche se la presa si sta affievolendo. La sente mormorare di nuovo “Resta”. 

Facendo piano, Conan si arrampica sul letto vicino a Ran. Lei, come un gesto automatico, lo stringe tra le braccia. Il bambino sente il suo respiro farsi man mano regolare. 

Conan si sfila gli occhiali e li appoggia di fianco a sé, per poi chiedere gli occhi e ricambiare la stretta della ragazza.


CONAN (V.O)

Tornerò Ran, te lo prometto. E resterò. 



FINE PRIMA PARTE


sidralake: (Default)
 

COW-T 14, quarta settimana, M1

Prompt: formato copione

Numero parole: 10420

Rating: SAFE

Note: ho un gran mischione di ricordi sui capitoli vecchi di Conan. Non so di preciso che fine abbia fatto Araide, rammento tipo che lavorasse nell’infermeria della scuola di Ran… trova il tempo che trova. A me piaceva un sacco come personaggio, mi spiace che non torni mai. Per il resto… la mia self indugence dedicata di nuovo a Kaitou Kid, Ran e Conan. 






INTERNO - AGENZIA INVESTIGATIVA MOURI - NOTTE

Addossato al muro, seduto sul pavimento della stanza, KAITOU KID sta sanguinando per una ferita all’addome. Prende il cellulare e fa partire una chiamata. 


RAN

Pronto?


KAITOU KID

(voce impostata a imitare KUDOU SHINICHI)

Ran… sono… sono di sotto… nell’agenzia di tuo padre.


RAN

Shinichi…? È tardi, va tutto bene?


KAITOU KID

(si lamenta e si muove involontariamente per una fitta di dolore)

Scusa per… per l’improvvisata…

Ho… ho bisogno di aiuto…


RAN

(La voce è allarmata)

Shinichi! Cos’è successo?!


KAITOU KID

(voce impostata)

Sono di sotto… 

(affanno)

Ho bisogno…


RAN

Arrivo!




INGRESSO AGENZIA INVESTIGATIVA - PENOMBRA, LUCI ESTERNE DALLA STRADA

Ran apre la porta ed entra dentro guardandosi intorno. È pallida e visibilmente preoccupata. 


KAITOU KID

Ran… sono qui…


Ran volta la testa nella direzione della voce. Si precipita verso Kaitou Kid. Ran si blocca e realizza che non è SHINICHI. Momento di stasi. Si porta una mano sulla bocca, poi si inginocchia di fianco a lui.


KAITOU KID

(sorride affaticato)

Scusa per l’inganno, principessa…


RAN

(fissa il sangue)

Oddio… sei ferito! Ti hanno sparato? Devo chiamare un’ambulanza!


Ran estrae il cellulare. Kaitou Kid le blocca la mano. 


KAITOU KID

Niente ambulanza… niente polizia… 


Sguardo teso tra i due. Kaitou Kid sorride, ma la supplica di rispettare la sua volontà. Ran è molto combattuta. 

Ran si alza, esce di scena e ritorna con in mano una cassetta di pronto soccorso e un asciugamano. Preme quest’ultimo sull’addome di Kaitou Kid e lui geme. 

Ran riprende il cellulare e digita un messaggio. Kaitou le afferra di nuovo la mano prima che lo invii. 


KAITOU KID

Se avverti qualcuno… mi metti nei guai…


RAN

(voce ferma, anche se in viso è molto tesa)

Devo sapere quanto tempo abbiamo prima che mio padre e Conan tornino a casa. 


Kaitou Kid annuisce e la lascia andare. 

Risposta sullo schermo del cellulare:


CONAN

Stiamo cercando Kid. È scappato, ma era ferito.

Non so quanto ci vorrà a trovarlo. 


Ran mostra il messaggio a Kaitou Kid. Lui annuisce di nuovo, ma le trattiene la mano.


KAITOU KID

(sorride stanco)

Se non gli rispondi… si insospettirà.


Si scambiano uno sguardo di intesa. Ran digita una risposta.


RAN

Non fate troppo tardi. Domani hai la scuola.

Avvertimi quando state per tornare.


CONAN

Va bene!


Ran mette via il cellulare e apre la cassetta del pronto soccorso. Con l’aiuto di Kaitou Kid gli apre la camicia. Ran è sgomenta alla vista del sangue e del foro di proiettile. Kaitou Kid è molto pallido.


RAN

Io… io non so cosa fare… 


KAITOU KID

(stringe i denti e cerca di tirarsi su)

Non posso… togliermi la maschera così.

(tenta di ridere, ma tossisce. Torna serio.)

Non posso andare in ospedale. Ho bisogno di più tempo…


RAN

(a tratti confusa)

Rischi di morire così! Hai bisogno di un medico!

(scuote la testa, sembra sul punto di piangere)

Shinichi saprebbe cosa fare…


KAITOU KID

Ehi… Sei piena di risorse, principessa… Sono venuto qui perché mi fido di te… e… stai tranquilla… non ho intenzione di morire qui tra le tue braccia… anche se sarebbe molto romantico…


RAN

Non scherzare! Non…


Ran si blocca. Ha l’espressione di chi ha avuto un’idea. Riprende il cellulare. 


RAN

Posso chiamare il dottor Araide… lui è… è una persona affidabile.


Ran guarda Kaitou Kid in viso cercando la sua approvazione. 


KAITOU KID

(mentre le stringe la mano)

Mi fido di te. 

Ma ho una condizione… Se accetta… prima che arrivi mi devi aiutare… a sembrare qualcun altro. 




INTERNO - AGENZIA INVESTIGATIVA - NOTTE

La stanza è illuminata da una piccola lampada puntata direttamente su Kaitou Kid.

Kaitou Kid ora è ancora sul pavimento. Ha un braccio sulla fronte e respira lento, affaticato. Non ha più la giacca bianca e la cravatta, solo la camicia scura, aperta e macchiata di sangue. La tuba bianca e il monocolo sono spariti e i suoi capelli sono pettinati come quelli di SHINICHI. 

Il dottor ARAIDE TOMOAKI è in ginocchio di fianco a Kaitou Kid e sta visionando la ferita. Ran è dall’altro lato. Osserva tutto in silenzio, anche se è visibilmente preoccupata e non a suo agio. 


ARAIDE

Il proiettile è uscito… non ha colpito organi… 

(guarda verso il viso del ragazzo) 

Sei fortunato… Kudou.


Kaitou Kid annuisce.


RAN

Può aiutarlo?


ARAIDE

(guarda i due ragazzi, prima lei, poi lui)

Ci sono molte cose che possono andare male senza la sicurezza di essere in ospedale…


SHINICHI (KAITOU KID)

L’ospedale non sarebbe un posto sicuro…


Il dottor Araide corruga la fronte. Poi guarda verso Ran. 


ARAIDE

Il detective Mouri e il piccolo Conan dove sono?


RAN

Sono… sono fuori… per un caso…

(guarda verso Kaitou Kid)

Torneranno più tardi… ma non devono sapere… 


ARAIDE

È una situazione importante.


SHINICHI (KAITOU KID)

(afferra Araide per il polso)

Dottore… faccia quello che può. Ho chiesto io a Ran di aiutarmi… ma non posso farmi vedere da nessuno… non è sicuro.


Araide scuote la testa. 


ARAIDE

Va bene, ho capito. Non posso lasciarti in queste condizioni. 


Sia Ran sia Kaitou Kid sembrano più sollevati. 


ARAIDE

Ran, avrò bisogno di assistenza. Te la senti?


L’espressione di Ran si fa determinata e assentisce. Araide apre la propria valigetta e le passa dei guanti. 


ARAIDE

(guarda verso il viso di Kaitou Kid)

Non trattenere il dolore. Se senti che c’è qualcosa di strano dimmelo, intesi? 


Kaitou Kid esibisce un sorrisetto.


SHINICHI (KAITOU KID)

Agli ordini, Doc.




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - CAMERA DI RAN - NOTTE

Shinichi (Kaitou Kid) è sul letto di Ran, dal lato verso il muro, e dorme. Non è del tutto rilassato in volto. Araide lo osserva e poi scuote la testa, portando l’attenzione su Ran. 


ARAIDE

Non sono d’accordo con questa sistemazione. Al di là del fatto che non trovo etico nasconderlo in camera tua… Sarebbe meglio tenerlo in osservazione in clinica. È privata… e parlerei io con le infermiere per avere tutta la discrezione possibile. 


RAN

(guarda verso Kaitou Kid)

Mi dispiace chiederle questo… ma lui si fida di me… 

(guarda verso Araide)

Starà bene?


ARAIDE

È fuori pericolo, ma se noti che riprende a sanguinare copiosamente dovrai chiamare subito un’ambulanza…


Ran annuisce, anche se con difficoltà. 


ARAIDE

(sospira)

Ha bisogno di molto riposo e dovrò venire a controllare l’andamento della ferita. Pensi di tenere il detective Mouri all’oscuro di tutto?


Ran è davvero stanca e provata, ma raddrizza la schiena. Esce dalla stanza, seguita dallo sguardo del dottore, e torna poco dopo. Mette in mano ad Araide un piccolo mazzo di chiavi.


RAN

(guardandolo negli occhi)

Domani io e Conan saremo a scuola, mentre mio padre alle nove sarà fuori per una visita medica. Potrebbe passare domani mattina?

(abbassa il viso)

Mi dispiace averla coinvolta, ma… (tentenna) Shinichi sta lavorando a un caso davvero importante e pericoloso… e non può dire niente… 


Araide chiude le dita intorno alle chiavi e se le mette in tasca. 


ARAIDE

(abbozza un sorriso comprensivo)

Conta su di me. 

Ma se la ferita si dovesse aggravare… dovremo trovare un altro compromesso. Ok?


Ran annuisce. 

Si sente la suoneria di un cellulare. Ran estrae il proprio dalla tasca. Sullo schermo c’è la notifica di un nuovo messaggio.


CONAN

Nessuna traccia di KID. 

Appena Kogoro-ojiisan finisce di parlare con gli ispettori torniamo a casa.


Ran si mostra allarmata, guardandosi intorno. 


RAN

Mio padre e Conan potrebbero tornare a momenti. Dottor Araide… 


ARAIDE

Prendo le mie cose e vado via. Sei sicura di cavartela? 


Ran fa cenno col capo di sì. 


ARAIDE

Domani lascerò una prescrizione e i farmaci che deve assumere. Hai il mio numero per qualsiasi dubbio… e puoi venire nel mio studio a scuola, se avessi bisogno di parlare, d’accordo? 


Araide poi guarda di nuovo verso Shinichi (Kaitou Kid). 


ARAIDE

Mandami il suo numero di telefono appena puoi, così domani mattina lo chiamo prima di arrivare. 


RAN

Lo farò. 


Il dottor Araide si congeda. 




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - INGRESSO - NOTTE

Ran apre la porta portando con sé il secchio e gli stracci con cui ha ripulito il pavimento sporco di sangue dell’agenzia investigativa. Rapidamente va in bagno, svuota il secchio e butta le pezze in un sacchetto. Controlla il cellulare. La sua espressione è tirata mentre osserva l’ultimo messaggio di Conan e l’orario. 

Ran si spoglia, mette i vestiti sporchi di sangue di Kaitou Kid nello stesso sacchetto e poi si fa una doccia veloce. 

Quando esce, sente l’arrivo di un nuovo messaggio e controlla.


CONAN

Tuo padre si è voluto fermare al konbini sotto casa… 

Vuoi qualcosa? 


Ran è presa dal panico. Si guarda intorno, poi inizia a digitare velocemente. 


RAN

Servono le uova per gli obento di domani e anche i wurstel. Prendete il riso, il latte e i succhi di frutta per la tua merenda. Anche il preparato per il miso. E papà ha finito la schiuma da barba. Ricordagli che domani ha la visita medica, non vorrà andarci trasandato. E deve prendere anche le mascherine. 


CONAN

Ma le uova le abbiamo comprate ieri 


RAN

Servono. Vuoi cucinare tu? 


CONAN

Le prendiamo!


Ran respira profondamente, poi esce dal bagno con il sacchetto dei vestiti sporchi. Va verso la propria camera e si affaccia, tenendosi l’asciugamano stretto addosso. È un po’ rossa sulle guance. Vede Kaitou Kid e constata che dorme. Quindi entra, infila il sacchetto sotto il letto e recupera il necessario per vestirsi, tornando in bagno.  




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - INGRESSO - NOTTE

Ran sente il padre e Conan per le scale. Apre la porta prima che lo facciano loro. I due sobbalzano. 


RAN

Ero preoccupata, avete fatto tardissimo! 


KOGORO

(visibilmente seccato) 

Accidenti, Ran, mi hai fatto comprare mezzo konbini! E lo sai che quando c’è di mezzo un colpo di Kaitou Kid finisce sempre per essere casino! Tieni!

(le mette le sportine in mano)

Sono stanco, vado a dormire. 


Dietro di lui, Conan si sta guardando intorno con delle occhiate incuriosite. Ran lo osserva. 


RAN

C’è qualcosa che non va?


CONAN

C’è odore di candeggina?


RAN

(abbozza un’espressione esasperata)

Per la preoccupazione mi sono messa a fare le pulizie. Non so mai cosa potrebbe succedervi… avevo bisogno di fare qualcosa di utile. 


CONAN

Ok… 


RAN

(lo spinge verso il bagno)

Avanti! Io sistemo la spesa, tu vai a lavarti i denti! È davvero tardi e domani c’è scuola! Non dovresti essere ancora sveglio!


CONAN 

Sì, sì…



INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - CAMERA DI RAN - NOTTE

Ran si chiude la porta alle spalle, girando la chiave. La stanza è al buio, c’è pochissima luce esterna che filtra dalle tende tirate. Camminando piano, Ran si avvicina al proprio letto e si siede. Rimane ferma e ascolta il silenzio. Il respiro di Kaitou Kid è profondo e regolare. 

Ran sospira profondamente. Piano, si stende sul materasso, restando su un fianco e sul bordo, evitando di toccare Kaitou Kid. Chiude gli occhi. 




GIORNO DOPO

INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - CAMERA DI RAN - MATTINA PRESTO

Penombra. Ran si sveglia, ma è ancora rintontita dal sonno. Prova a rigirarsi nel letto ma sfiora Kaitou Kid. La ragazza sobbalza appena e si blocca, fissando l’interno della stanza. Stringe il cuscino ed è rossa in viso. 

Kaitou Kid è arruffato dalla notte e non assomiglia più così tanto a Shinichi. Sfrutta la penombra per nascondere il più possibile la propria fisionomia. 


KAITOU KID

(voce ovattata)

Buongiorno, principessa…


RAN

(sussurro tentennante)

Come ti senti?


KAITOU KID

Come se qualcuno mi avesse sparato…


RAN

Non è divertente… 


KAITOU KID

Hai ragione, la mattina prima del caffè il rischio di umorismo macabro è più alto. 


Ran non risponde.


KAITOU KID

Ti ho sporcato di sangue mezza casa e non mi hai ancora chiesto come mi chiamo.


RAN

Non… non era importante. Temevo che…


Ran fissa un punto del pavimento con l’espressione segnata dai pensieri e dai ricordi. Kaitou Kid si muove, ma Ran resta in silenzio e respira profondamente, immobile. 


KAITOU KID

Scusami, ti ho spaventata. Ma sei stata eccezionale.


Ran arrossisce, senza girarsi. 


RAN

Perché sei venuto qui?


KAITOU KID

Sapevo di potermi fidare. (sospira) Tristemente, non sapevo da chi andare per farmi aiutare.


RAN

I tuoi complici…?


KAITOU KID

Fuori città per una incombenza. Non mi aspettavo che ci fosse una trappola ad aspettarmi.


RAN

Sai chi ti ha sparato?


Kaitou Kid rimane in silenzio per qualche secondo. 


KAITOU KID

A questo è meglio che non risponda.


Ran sbuffa e stringe di nuovo il cuscino. Ha la fronte corrugata, ma poi stempera un po’ l’espressione in una demoralizzata.


RAN

Perché siete tutti così?


Kaitou Kid non risponde. 


RAN

Credevo che i tuoi colpi fossero per il tuo puro divertimento. 


KAITOU KID

Mi piacerebbe dire così, ma se potessi divertirmi mi darei a degli spettacoli di magia e basta…


Ran resta in silenzio e poi fa per dargli una sbirciata, ma si blocca. 


RAN

Non è che tu… sei davvero Sanada?


Kaitou Kid rimane un attimo perplesso, per poi ridere, ma geme e si tasta la zona dove il dottor Araide lo ha medicato.


KAITOU KID

No. (ride) Sanada è bravo, ma non regge il confronto con me. Perché mi associ a lui? Non sono così vecchio! 


Ran sbuffa. 


RAN

Perché ti prendi certe confidenze come se ci conoscessimo… Continui a travestirti da Shinichi…


La ragazza si zittisce e ci riflette un attimo. 


RAN

Sei davvero uguale a lui. Avete la stessa età?


KAITOU KID 

È lui che è uguale a me, prego.


RAN 

Quando sei nato?


KAITOU KID 

Giugno.


Lei ridacchia appena. 


RAN

Shinichi è di Maggio.


Kaitou Kid fa intendere una leggera irritazione permalosa. 


KAITOU KID

Chi ti dice che io non sia nato l’anno prima?


Ran dà l’idea di rifletterci su poi fa segno di diniego con la testa. 


RAN

Penso che tu abbia la nostra età…


KAITOU KID

Un attimo fa mi hai chiesto se fossi Sanada!


Ridono entrambi, quando il cellulare di Ran inizia a vibrare e si bloccano. Ran lo recupera al volo ed è solo la prima sveglia. 


RAN

Devo alzarmi… tra poco si sveglieranno anche Conan e mio padre. Devo fare avanti e indietro dalla camera il meno possibile. Ti porterò qualcosa per la colazione mentre loro saranno occupati a prepararsi, ok?


KAITOU KID

Letto comodo, colazione a letto di nascosto e bella compagnia. Penso che meriti cinque stelle.


RAN

(ridendo)

Ma finiscila.


KAITOU KID

(con tono più serio)

Sicura che il piccoletto non sospetterà nulla?


Ran si è messa seduta e lo sbircia da sopra la spalla.


RAN

Lo distrarrò… e mi dovrai anche questa.


KAITOU KID

Yes, ma’am.



INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - MATTINA

La TV è accesa e Kogoro sta borbottando qualcosa mentre fa zapping. Ran sta sistemando le cose usate della colazione, ma continua a lanciare occhiate verso Conan che si sta guardando intorno più spesso del solito. 


RAN

Non ti è piaciuta la colazione?


Conan sobbalza e agita le mani.


CONAN

No, no, era tutto buonissimo, Ran-neechan! Come sempre!


RAN

Allora sbrigati e finisci di prepararti. Vorrei arrivare con qualche minuto d’anticipo a scuola. 

(si volta verso il padre)

Papà, smettila con la TV! Farai tardi per la visita medica!


KOGORO

(sbuffa)

Seh, seh…


Tutti si muovono. Kogoro va verso il bagno, Conan verso la camera, anche se si guarda di nuovo in giro. Incrocia lo sguardo con Ran e si infila nella stanza trafelato. 

Ran guarda le porte chiuse e poi va in cucina velocemente. 



ESTERNO - AI PIEDI DEL PALAZZO DELL’AGENZIA MOURI - MATTINA

Ran, vestita con la divisa scolastica e la cartella in mano, sente il cellulare vibrare. 

Sullo schermo c’è la notifica di un messaggio. 


Numero sconosciuto (KAITOU KID)

Colazione approvata.

Potrei abituarmi.

Passa una buona giornata, principessa. 

PS: mi hai salvato la vita.


Ran digita una risposta, sorridendo. 


RAN

Se hai bisogno di qualcosa, scrivimi. 

Cerca di riposarti. 

Ti mando il numero di Araide-sensei. 

Passerà a controllare come stai.


CONAN

(solo voce)

Chi è, Ran-neechan?


Ran è colta alla sprovvista e abbassa lo sguardo sul bambino.


RAN

È Sonoko! Mi aspetta! 


Conan non sembra convinto. Guarda su in cima alla rampa di scale che porta all’appartamento Mouri. Ran tuttavia lo spinge dalle spalle perché si incammini. 


RAN

Andiamo, andiamo! 




ESTERNO - ZONA RIPARATA NEL CORTILE DEL LICEO TEITAN - MEZZOGIORNO

Ran vede arrivare il dottor Araide. È visibile la sua stanchezza e la sua aria di disapprovazione. Quando però le arriva davanti le sorride. Alza una mano e mostra la chiave di casa Mouri e l’intenzione di restituirla. 


ARAIDE

Mi sono sentito un ladro. 


Ran alza la mano, ma non per riprendere la chiave. Gli fa cenno di tenerla.


RAN

Potrebbe ancora servirle…


ARAIDE

(sospira)

Vorrei non dover sgattaiolare di nuovo in casa tua e del detective Mouri in questa maniera… Mi sono permesso di portargli dei vestiti vecchi per stare più comodo.


Annuisce e si rimette in tasca la chiave. 


RAN

Grazie, davvero. Come sta… Shinichi?


Il dottor Araide la fissa negli occhi e si denota come fatichi a credere a quella scenata. Scuote la testa. 


ARAIDE

Sta meglio di quel che avevo previsto.  Sei stata di grande aiuto ieri. (sorride) Sei ancora intenzionata a tentare la carriera medica? 


Ran arrossisce e abbassa lo sguardo. Si nota che è ancora colpita dalla vicenda. 


RAN

Ho realizzato stamattina cos’è successo… e non pensavo ce l’avrei fatta.


ARAIDE

È comprensibile. E immagino sia inutile chiederti in cosa si è cacciato Kudou?


L’espressione di Ran è rattristata e tesa. Stringe le dita delle mani tra loro. 


RAN

Non lo so.


Il dottor Araide si mostra comprensivo. Le appoggia un palmo sulla spalla.


ARAIDE

Tornerò anche domani a vedere come sta. Per qualsiasi cosa chiamami, anche di notte. 


Ran dà l’impressione di essere sul punto di commuoversi. 


RAN

Grazie, davvero. 


ARAIDE

Dovere. Ma dimmi… Conan non lo ha scoperto? 


RAN

(sospira)

Ancora no per fortuna.


ARAIDE

Sarebbe così grave se lo sapesse? Credevo fossero parenti. 


Ran guarda altrove.


RAN

È meglio che non lo sappia. Non… non voglio farlo preoccupare.


Il dottor Araide annuisce. 

Si avvicinano alcune studentesse. 


STUDENTESSA 1

Scusate… Dottore, possiamo parlarle? La mia amica non si sente molto bene.


ARAIDE

Certamente. Andiamo in infermeria.


Il dottor Araide accenna un saluto a Ran con la testa. Lei ricambia. 


ARAIDE

(rivolto alla STUDENTESSA 2, voce che va svanendo)

Vuoi intanto dirmi come ti senti?





GIORNO DOPO

INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - STANZA DI KOGORO E CONAN - MATTINA 

Conan è sdraiato nel proprio futon, senza occhiali. Sta fissando il soffitto con la fronte contratta.


CONAN (V.O.)

L’odore della candeggina… e quella macchia di sangue sulle scale… il comportamento di Ran… Possibile che KID…


Conan scuote la testa, strizzando gli occhi. Recupera gli occhiali e si alza.


CONAN (V.O.)

Ran uscirà con Sonoko e Sera più tardi… Lo zietto ha la gita con quelli del vicinato… 


Si affaccia dalla porta della camera e osserva il resto dell’appartamento. C’è silenzio. 


CONAN (V.O.)

Ran dovrebbe già essere sveglia…


Guarda verso la porta della stanza di lei e la raggiunge. Prova ad appoggiare l’orecchio e sentire, ma non arrivano rumori. Bussa.


CONAN

Ran-neechan? Sei sveglia?


Nessuna risposta. Conan prende un respiro profondo e si attacca alla maniglia della porta, ma questa non si apre. Prova una seconda volta. 


CONAN (V.O.)

Non può essere vero…


CONAN 

(petulante)

Ran-neechan ho fame! Non fai la colazione?


Ancora silenzio dalla stanza. Conan prova a riaprire.


RAN (dalla stanza)

Conan-kun, sono sveglia! Mi devo cambiare, non tentare di entrare! Arrivo!


Conan sobbalza e lascia andare subito la maniglia. 


CONAN

O-Ok… aspetto…




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - STANZA DI RAN - MATTINA


KAITOU KID (imitando RAN)

… non tentare di entrare! Arrivo!


CONAN (da fuori)

O-Ok… aspetto…


Nel letto, Kaitou Kid è sveglio, mentre Ran ancora dorme, più rilassata della sera prima. Il ragazzo indossa una felpa scura con il cappuccio tirato su. 

Kaitou Kid impreca sottovoce, poi inizia a scuotere Ran per svegliarla. Quando lei reagisce, lui le mette il palmo sulla bocca. Sono faccia a faccia. Ran sgrana lo sguardo, ma Kaitou Kidd accenna alla porta. 


KAITOU KID

(sussurrando)

Il nanerottolo è sveglio e sta lagnando per la colazione. Ha tentato di entrare.


Ran annuisce e lui la lascia andare. Lei recupera il cellulare e vede che sono le sette. Sospira sconsolata, iniziando ad alzarsi. 


RAN

(sussurrando)

Ti porto la colazione appena possibile. 


Kaitou Kid le lancia un bacio volante che la fa arrossire. Ran scuote la testa e poi si prepara a lasciare la stanza. 




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - SOGGIORNO - MATTINA

Kogoro si sta finendo di infilare una giacca più sportiva del solito e recupera uno zainetto. 


KOGORO

Allora io vado. Torno stasera dopo cena, ok? Il cellulare forse non prenderà. 


Ran gli porge un sacchetto.


RAN

Qui c’è l’o-bento con un uovo extra. Cerca di non bere troppo come tuo solito…


Kogoro fa un gesto come a scacciare una mosca.


KOGORO

Dobbiamo parlare di questioni serie! 


Conan, mentre anche lui finisce di infilarsi la giacca, lo guarda poco convinto.


CONAN (V.O.)

Se sono le questioni serie dell’ultima volta che siamo andati a riprenderlo con l’ispettore Takagi perché era troppo ubriaco… 


Kogoro esce per primo. Ran si volta verso Conan. 


RAN

Per che ora pensi di tornare?


CONAN

(esagerando il tono allegro e allargando le braccia)

Il dottor Agasa ha detto che ha un mucchio di nuove invenzioni da mostrarci! Potrei anche cenare lì!


RAN

Se pensi di tornare per cena però avvertimi, così ti faccio trovare qualcosa.


Conan recupera il proprio skateboard.


CONAN

Va bene, Ran-neechan! A dopo! 


Ran lo saluta e rimane a fissare la porta chiusa anche dopo che Conan è andato via. Aspetta qualche secondo ancora, poi finalmente si volta e va in cucina. 




INTERNO - APPARTAMENTO MOURI - CAMERA DI RAN - MATTINA

Ran è tornata in camera propria portando un vassoio con sopra una colazione extra. Kaitou Kid si è messo seduto sul letto, la schiena contro la parete, e da l’idea di star cercando una posizione comoda, mentre con una mano si tasta l’addome all’altezza della ferita. Mantiene il cappuccio calato in testa.


KAITOU KID

Ci ha scoperti?


RAN

(sospirando)

No, aveva fame e voleva prepararsi per uscire.


KAITOU KID

(ridacchiando)

Ho imparato che non c’è mai da sottovalutarlo.


Ran rotea gli occhi. 


RAN

Mi hai costretta a diventare tua complice.


KAITOU KID

Ogni tanto qualche segreto è divertente. Puoi usarlo contro quelli del tuo ragazzo.


Ran avampa e incrocia le braccia, ma non ribatte. Cambia espressione, ammorbidendola.


RAN

Come ti senti?


KAITOU KID

Sempre come se avessi un buco nello stomaco, ma molto meglio. 


Ran annuisce, abbozzando un sorriso. 


RAN

Io esco tra poco.


Kaitou mette su il muso. 


KAITOU KID

Perché non resti a farmi compagnia?

Mi annoio.

 

RAN

Non so cosa fai di solito, o chi sei, ma… non hai nessuno che puoi contattare?


Kaitou Kid stira le labbra in un sorriso amaro, mentre continua a consumare la colazione. 


KAITOU KID

Ho dovuto dire che sono partito per Las Vegas per un’emergenza familiare. Nessuno dei miei… amici sa chi altro sono.


RAN

La tua famiglia si trova a Las Vegas?


Kaitou Kid rallenta la masticazione e lancia una lunga occhiata alla ragazza. 


KAITOU KID

Mia madre. Vive lì. Mio padre è morto anni fa. Ufficialmente è stato un incidente, ma fu assassinato.


Ran si porta una mano alla bocca.


RAN

Scusami.


Lui fa spallucce, fissando la colazione. 


KAITOU KID

È successo molto tempo fa.


RAN

(tentennante ma curiosa)

Il fatto che… ecco, sei un ladro… ha a che fare con quello che è successo?


Kaitou Kid la guarda colpito e poi sorride divertito.


KAITOU KID

Il tuo ragazzo ti sta influenzando troppo. Pensavo volessi diventare un’infermiera, non una detective.

Ran arrossisce. 


RAN

Come fai sapere che cosa voglio fare?!


Kaitou indica i libri sulla sua scrivania. 


KAITOU KID

Te l’ho detto, mi annoio. Ho sbirciato un po’ la tua scrivania. Libri di preparazione ai test d'ingresso a medicina. E la tua inclinazione a voler aiutare gli altri. Sì, è vero che anche un medico di base lo fa, ma sembri più il tipo di persona che vuole agire.


Ran si rilassa. 


RAN

Anche tu te la cavi con le deduzioni.


KAITOU KID

Sono circondato da troppi detective e cado nella trappola del loro fascino.

 

Ran ride sinceramente divertita, per poi allungarsi a togliergli un chicco di riso cadutogli sulla felpa. Il cellulare di Ran inizia a vibrare e sul display compare il nome di Sonoko.


RAN

Sonoko! Esco tra poco, ok?


Mentre parla, Kaitou Kid attira la sua attenzione con qualche trucchetto di magia che la fa ridere. 


SONOKO

Eh? Perché ridi? Cos’ho detto?


RAN

No, scusami! La TV… mio padre ha lasciato la TV accesa ed è passata una cosa buffa! Allora ci vediamo di sotto al caffè!


Kaitou Kid fa apparire una rosa mentre lei finisce la chiamata. 


RAN

(ridacchiando e accettando il fiore)

Tu vuoi che ci scoprano.


KAITOU KID

È il brivido del rischio. E poi è bello vederti ridere.


Ran sospira.


RAN

Per un po’ di tempo ho pensato che non fossi altro che un criminale approfittatore.


Kaitou Kid fa una faccia fintamente offesa.


KAITOU KID

Criminale no, approfittatore meno che mai. Sono bravo a gestire le situazioni.


RAN

Ma sei un ladro…


Kaitou per tutta risposta fa apparire la gemma dell’ultimo furto, depositandola in mano a Ran che la guarda con tanto d’occhi. 


KAITOU KID

Però restituisco sempre tutto. Anche se questa volta ci metterò un po’ più di tempo.

 

Ran gli ridà la gemma, preferendo rigirarsi tra le dita la rosa. 


RAN

Stai cercando qualcosa in particolare?

 

Kaitou Kid annuisce, facendo risparire la gemma. 


KAITOU KID

Sarebbe semplice da spiegare, ma poi saresti nel mirino come me… e il tuo ragazzo non me lo perdonerebbe.

 

Ran stringe lo stelo della rosa. 


RAN

Non dipendo da Shinichi.


Kaitou alza le mani e abbassa la testa a mo’ di scusa.


KAITOU KID

Hai ragione, era fraintendibile. Ma… vorrei evitare di inimicarmelo più del dovuto. Penso che un giorno potrei trovarmi a chiedergli aiuto per questa faccenda e già sarà difficile convincerlo, proprio perché mi vede come un criminale.


Ran prende un lungo respiro. 


RAN

Shinichi ti stima. Riesci a tenergli testa e questo stimola quel suo cervello iperattivo. E poi tu sembri abbastanza bravo con le parole da poterlo incastrare.


KAITOU KID

(ridacchiando)

Grazie del complimento.


Ran lo squadra.


RAN

Siete simili. Entrambi con questi segreti… Non lo vorresti dire a qualcuno? A qualcuno a cui tieni?


Kaitou si fa un po’ malinconico. 


KAITOU KID

Penso che potrei deluderli profondamente. Anche se prima o poi dovrò confessarlo… se questa cosa non finirà prima e bene.


Il ragazzo appoggia le bacchette sul vassoio, per poi cercare lo sguardo di lei. Gli spunta un sorriso più genuino.


KAITOU KID

Però ammetto che trovare qualcuno con cui parlarne alleggerisce la tensione. Grazie.


Ran però resta malinconica, osservando la rosa. 


RAN

Shinichi avrà qualcuno con cui parla del caso di cui si sta occupando? E che lo aiuta a… (si rabbuia) 


Ignorando il dolore, Kaitou cerca di avvicinarsi 


KAITOU KID

Ehi, non volevo metterla su questo piano. Conosci Kudou meglio di chiunque altro, avrà delle ragioni valide per tacere. Penso, ecco, che non voglia saperti in pericolo…


Ran scuote la testa, fissandosi le mani poggiate in grembo che ancora stringono la rosa. 


RAN

Probabilmente non avrei le capacità per aiutarlo, ma potrei… potrei sostenerlo. Stare dalla sua parte. Se solo me ne desse l’opportunità.


Kaitou Kid allunga la mano e le alza il mento con un paio di dita, portandola a guardarlo negli occhi. 


KAITOU KID

Ehi. Non sei da meno di nessun’altra persona là fuori che conosce i segreti di Kudou. Ho vagamente idea di cosa passi per la sua testa in questo momento e posso capirlo perché so cosa significa tacere e rischiare per il bene delle persone che amo, ma non posso ignorare neanche il tuo desiderio di essere messa al corrente di quello che gli sta succedendo… 

Non posso dire che cosa farei io perché in realtà l’ho fatto due giorni fa piombando qui, fregandoti con quella telefonata… sì, in effetti, ho approfittato di te e della tua gentilezza e non me ne pento. Ma il timore di essere stato seguito ce l’ho avuto. Di aver fatto un errore di calcolo a venire qui, rischiando di coinvolgerti… e non me lo sarei mai potuto perdonare.

Non voglio che qualcuno si faccia male per colpa mia. Non voglio che qualcuno che mi aiuta rimanga coinvolto… e credo che sia un po’ questo che Kudou pensa. 


Ran è senza parole e finisce con l’asciugarsi un paio di lacrime agli angoli degli occhi. 


RAN

Io… grazie. Anche se non sono sicura…


KAITOU KID

Non importa. Non deve esserci per forza una risposta. (muta espressione in una più allegra) Forza, Suzuki-san ti aspetta, se la fai preoccupare verrà qui e io ora non avrei la forza per resistere alle sue avance.


Ran scoppia a ridere, anche se è un mezzo singhiozzo. Si alza, ma Kaitou Kid la trattiene appena, sfilandole la rosa di mano.


KAITOU KID

A questa ci penso io, non hai bisogno di altre preoccupazioni. 


RAN

Per qualsiasi cosa chiamami, ok? Posso tornare a casa in pochi minuti. E passerà di nuovo il Dottor Araide.


Kaitou Kid si risdraia, mascherando una smorfia. 

 

KAITOU KID

Starò una pacchia. Hai un letto molto comodo e profumato.


RAN

(imbarazzata)

P-Piantala! 


KAITOU KID

(sorridendo raggiante)

Mai!


Ran sbuffa, recupera il vassoio della colazione ed esce. 




[CONTINUA NEL POST SUCCESSIVO]

sidralake: (Default)
 

COW-T 11, seconda settimana, M3
Prompt: Pioggia/Oscurità
Numero parole: 5709
Rating: SAFE
Warning: solo io che scopro una ship dopo 14 anni.
Note: grazie a Shiroi che trova le immagini belle a cui ispirarsi ( https://twitter.com/tantan3356/status/915596078497521664




Ghost, I see you standing there
Don't turn away, I want you to stay
Ghost, what's your name? (ooh-ooh-ooh, oh)

[Ghost - Jacob Lee]




Dire che fosse una notte buia e tempestosa era riduttivo. 

Il grande orologio sito nella sala da ballo del maniero era al settimo rintocco della mezzanotte. I dong risalivano dal primo all’ultimo i piani della villa, sovrastando persino il rumore frastornante della pioggia contro i vetri delle finestre. 

Shinichi stava correndo su qui rintocchi. 

Aveva finito la seconda rampa di scale facendo i gradini due a due, sentendo appena la fatica, nonostante il cuore in gola per la situazione. Era riuscito a fregarlo. Tenere l’euforia sotto una certa soglia non era facile, non quando poteva solo che scappare e poteva permettersi pochi errori. 

Nell’oscurità della notte che permeava non solo l’esterno, ma anche i corridoi e ogni stanza, un lembo di stoffa bianca balenò nel campo visivo del detective, dalla tromba delle scale. 

Saturo di adrenalina, Shinichi riprese a correre, contando l’ottavo tocco dell’orologio. 


Al dodicesimo rintocco,
il Cuore Blu dell’Ultima Principessa dei Romanov
si troverà nelle mie mani.
Kaitou KID 




L’avviso del ladro fantasma era arrivato tre giorni prima, dando a Shinichi tutto il tempo di decifrare il piccolo enigma disegnato sul biglietto, piombare nell’ufficio della seconda divisione, far perdere le staffe a Nakamori con le sue deduzioni, tornare a casa a preparare un borsone con un paio di cambi e partire. Destinazione: l’imponente villa in stile occidentale in cui Kaitou KID aveva annunciato il suo prossimo colpo. 

L’unico dettaglio che non gli era ancora chiaro era il quando KID avrebbe deciso di colpire, particolare che dedusse una volta messo il piede giù dal treno. La stazione era tappezzata dai manifesti che annunciavano l’imminente evento del Ballo delle Debuttanti in stile occidentale in programma per la notte successiva. Il gioiello descritto nell’avviso era lo stesso riportato sulle locandine, anche se con il nome di Lacrima Zaffiro

Shinichi avvertì la familiare sensazione di eccitazione pervaderlo. Ogni pezzo stava andando al proprio posto. Avrebbe dovuto solo pazientare, ma prima ancora trovare un passaggio per quella mastodontica villa ottocentesca che si ergeva tra le colline e dominava la valle. 

Una volta arrivato e spiegata la situazione ai proprietari del maniero, per Shinichi fu preparata una stanza extra e dato tutto il sostegno possibile per tentare di arginare il crimine che sarebbe stato commesso di lì a ventiquattro ore. 

Anche se gli organizzatori dell’evento avanzarono dello scetticismo, dichiarando che Kaitou KID fosse solo uno ladro di città snob e che l'agenzia di sicurezza ingaggiata fosse sufficiente - dando a intendere quanto l'arrivo di Shinichi fosse non solo quello di un uccello del malaugurio, ma anche poco desiderato perché a scrocco - il giovane detective liceale ascoltò a malapena tutte quelle chiacchiere. 

Shinichi non fece altro che guardarsi intorno, controllando ogni finestra, aprendola e chiudendola per carpire cigolii strani o meccanismi truccati; passò poi a ispezionare le tende, i quadri, bussò a tutte le pareti, seguito dai proprietari, il maggiordomo e i rappresentanti dello staff che continuarono a porre domande, ricevendo però soltanto risposte sbrigative o a metà. 

Il tempo era poco, gli ospiti - quasi trecento persone - stavano arrivando a ondate, e Shinichi aveva già avvertito la presenza di Kaitou KID in mezzo a tutti loro. 

Era impensabile che Shinichi si mettesse a tirare le guance a ogni singolo invitato, anche quando Nakamori si presentò con una trentina di uomini qualche ora più tardi. 

Senza chiedere se i suoi consigli fossero graditi, immerso del tutto in quella calma prima della tempesta, Shinichi iniziò a istruire alcuni agenti sui punti deboli del maniero, indicando i luoghi da controllare al centimetro in cerca di qualsiasi cosa fuori posto, fosse stato un filo, una scatola, anche un pacchetto di fazzoletti. L'ispettore Nakamori non buttò Kudou fuori a calci dalla porta principale soltanto perché fu distratto dalla preoccupazione dei proprietari, che lo condussero a visionare la Lacrima Zaffiro e le misure di sicurezza adottate. 

Nel mentre, con le mani in tasca che artigliavano la stoffa interna dei pantaloni, Shinichi riprese a contare i minuti che lo separavano dalla sera successiva, stendendo le labbra in un moto di sfida e fiducia in se stesso. 

All’oscuro in un angolo della sala, con la notte che avanzava oltre le vetrate del maniero, il ladro a cui quell’espressione era rivolta rispose a sua volta con un ghignare identico, celato dal proprio travestimento. 




Nonostante il rumoreggiare del cielo, quella che seguì fu una notte tranquilla quanto frustrante. 

Dopo una cena anche troppo ricca - a cui Shinichi era stato invitato con insistenza dalla famiglia proprietaria che voleva raccontati di prima mano alcuni dei casi a cui aveva preso parte - una volta in camera il sonno tardò ad arrivare. Immergersi nella lettura della bozza del nuovo giallo di suo padre non lo prese come sperava, perché il pensiero martellante di KID continuava a pressarlo. 

Come se fosse stato chiamato, un click sospetto fece scattare Shinichi. 

Al pari di una molla, saltò giù dal letto, precipitandosi alla porta. Abbassando la maniglia, questa rimase serrata. La chiave non era nella toppa e neanche dove il ragazzo pensava di averla lasciata. Tentò di nuovo di forzare l’uscio, ma questo non si mosse se non con qualche cigolio. 

"Manutenzione straordinaria." 

La voce giunse dall'altro lato dell’uscio, in un tono che avrebbe voluto essere profondo, camuffato, ma che si macchiò troppo facilmente di una risatina. 

"KID" replicò Shinichi, accovacciandosi per guardare attraverso il buco della serratura. Essendo una vecchia porta, questo era ampio abbastanza da dargli una discreta visuale, ma vide solo una mano salutarlo, muoversi in un gesto veloce e far apparire una rosa blu tra le dita. 

"Buonasera, meitantei."

“Sapevo che ti eri spacciato per qualcuno dello staff tecnico.”

“Ma non da chi” lo sbeffeggiò il ladro. “Mi hai fatto lavorare il doppio con tutti quei tuoi controlli scrupolosi! Ho dovuto smontare tutta la mia attrezzatura, e neanche mi pagano!”

Shinichi lo ignorò. 

"Dov'è la chiave della mia stanza?" 

"Perché non lo scopri?" lo incoraggiò Kaitou dall'altro lato. 

Un biglietto scivolò sotto la porta, finendo contro la suola delle pantofole del detective. C'era il marchio del ladro fantasma sul lato visibile. Raccogliendolo e girandolo, il ragazzo trovò un altro indovinello disegnato. 

La sua espressione fu completamente presa dal gioco di linee, forme, lettere e numeri. 

"Cos'è, il tuo modo per non farmi dormire e approfittare della mia stanchezza per fare il colpo domani?" disse, ma dimenticando il tono esasperato. Senza distogliere lo sguardo dall’indizio, cercò alla cieca carta e penna sulla scrivania della stanza. 

"Oh no, è solo per passare il tempo! Mi stavo annoiando" replicò il ladro, coronando il tutto con uno sbadiglio mentre si stiracchiava. "Sono passato anche prima, ma stavi facendo la doccia. Così ho pensato di nasconderti la chiave."

"E hai rubato il passepartout del maggiordomo." 

"Può darsi. Dai, hai già capito dove l’ho nascosta?" 

Shinichi non rispose perché non aveva risposte da dargli sul momento. Stava continuando a rileggere l'indizio, cercando di dividere gli elementi importanti da quelli disegnati solo per distrarlo. 

“Perché vuoi rubare la Lacrima Zaffiro?” cambiò discorso, avendo un’epifania sull’enigma. Doveva prendere tempo. 

“Non mi chiedi perché nel mio avviso ho chiamato la gemma Il Cuore Blu dell’Ultima Principessa dei Romanov?” 

Shinichi rimase in silenzio e KID ridacchiò. 

“Oh, una cosa che non sai!” 

“Sto risolvendo il tuo indovinello” borbottò l’altro, ma con un sorrisino sulle labbra.

Si tolse le ciabatte per non fare rumore e recuperò la chiave dal nascondiglio indicato dal rebus. Le possibilità di aprire la porta e acchiapparlo al volo non giocavano a suo favore, ma un tentativo doveva farlo. Si schiarì leggermente da gola, scrivendo la risoluzione sullo stesso biglietto a forma di carta datogli da KID. 

“Immagino che c’entri la leggenda di Anastasia” disse quindi, continuando a temporeggiare. 

“In parte” replicò il ladro serafico, per poi abbassare il tono in uno più tiepido, di chi sta per raccontare una favola. 

“Tecnicamente, anche Lacrima Zaffiro non è un nome sbagliato. Viene dalla descrizione del gioiello e dal suo taglio a forma di goccia” iniziò a illustrare e Shinichi aveva la sensazione, non potendolo vedere, che stesse gesticolando. “Nonostante il nome, non è attestato con certezza che sia legato alla famiglia degli Zar di Russia, anche se le leggende non mancano. Si dice che sia un gioiello tramandato per generazioni da madre alla figlia più piccola, come porta fortuna, e che abbia mutuato il proprio nome attuale dalla disgraziata vicenda dell’ultima zarina, che non lo indossò al suo ultimo ballo, portandole così sfortuna. Romantico, non trovi?” 

Kaitou non aspettò una risposta per riprendere. 

“Un’altra storia lo vuole come semplice tributo di un gioielliere vicino alla famiglia reale, rendendo la gemma molto più recente. Solo l’amore di un artista che ha visto spegnersi persone a lui care. Ma qualsiasi sia la storia, il valore non le manca” concluse KID, per poi ascoltare il silenzio in cui erano immersi. 

“Ohi ohi, meitantei, non era una storia della buonanotte! Ti sei addormentato?” 

Shinichi ringraziò che ci fosse la porta a separarli. 

Non avrebbe mai potuto ammettere di essersi incantato, affascinato dal modo in cui il ladro si era immerso a raccontare quella storia, come un estimatore nell’omaggiare e dare valore con le parole a un’opera d’arte. Nel mentre, tuttavia, aveva anche sfruttato quel momento di distrazione a proprio vantaggio, riuscendo a infilare la chiave della toppa in silenzio. 

“Quindi” iniziò il giovane detective, pronto a scattare col proprio piano, conscio che a separarlo dal ladro ci fossero meno di venti centimetri. “Ruberai il gioiello per un valore fittizio di cui non sei neanche certo?” 

Kaitou sbuffò. 

Meitantei, dimmi la verità: non ti sei mai chiesto davvero cosa mi spinge a rubare solo certi tipi di gemme?” sbuffò, per poi aggiungere, più piano, in uno sfogo tra sé e sé: “Ve la prendete tanto ma restituisco sempre tutto!

“So che hai le tue ragioni” riprese Shinichi, abbassandosi con il biglietto in mano da lanciare sotto la fessura della porta. “Ma rubare rimane un crimine, che differenza fa?” 

“Ed ecco il famoso koukousei tantei dell’est e i suoi preconcetti a scatola chiusa” replicò KID, con una vena sarcastica, ma anche con una punta di qualcos’altro - amarezza? - che fece contrarre le sopracciglia a Shinichi. Le dita strette sul biglietto esitarono. 

“Sottrai qualcosa che appartiene a qualcun altro, cosa dovrebbe giustificarti?” 

“Il motivo. Sarei d’accordo con te che l’azione in sé sia da condannare, ma un’azione non sussiste senza un motivo. E i motivi non sono azioni logiche, ma l’insieme delle emozioni di un individuo. Mi segui?” 

“Nel momento in cui un motivo prevarica la vita di un’altra persona è da condannare.” 

KID sospirò sconsolato. 

Ohi, ti ricordo che io non ammazzo nessuno e non ho intenzione di farlo” ci tenne a ribadire, come un maestro delle elementari con un bambino che si è impuntato. “E lo so che in fondo a te frega più riuscire a smascherare i miei giochi di prestigio e mettermi le mani addosso.”

Dall’altro lato della porta, Shinichi non raccolse la provocazione, ancora concentrato sulla discussione. 

“Rubare è un reato” si limitò a ribattere, trincerato nelle proprie convinzioni. 

“Rubare può essere anche divertente, come adesso, no?” rincarò riferendosi alla chiave nascosta. 

“Rubare gioielli non può essere un passatempo” si intestardì il giovane detective. “Anche se dopo restituisci la refurtiva o fai in modo che nessuno si faccia davvero male. Ci sono però altre strade. A te piace dare spettacolo.” 

“E a te non dispiace. Di la verità, se non ci fossi io a lanciarti queste sfide almeno una volta al mese sarebbe tutto più noioso, eh?” 

“Perché lo fai?” 

Stavano girando intorno al reale motivo e Shinichi, distratto da quel chiacchierare, era rimasto a fissare il marchio di Kaitou KID sulla carta, continuando a esitare. 

Esitare non era buono. Esitare significava incertezza, ed essere incerti, nella maggior parte dei casi, lo faceva scivolare nell’errore. Ebbe bisogno di essere diretto. 

Ciò che non si aspettò, fu la risposta altrettanto diretta del ladro. 

“Perché hanno ucciso mio padre.” 

In sé fu un sussurro, ulteriormente mitigato dalla presenza della consistente porta in legno tra di loro. Non più di un leggero refolo che arriva a solleticare l’orecchio, se non fosse stato per la pesantezza che scivolò nella gola di Shinichi con la spigolosità di un frammento di pietra. 

“Lo fai… per vendicarti?” riuscì a dire il giovane detective, sentendo di dover rimanere aggrappato a quel filo sottile tra di loro. 

“I motivi sono come le persone, meitantei. Un insieme di emozioni” rispose KID con una leggerezza ben mascherata e scaturita da anni di accettazione. 

“Anche quando troverò il gioiello che cerco, la mia vendetta sarà solo distruggere il motivo alla base che ha spinto quella gente a prendersi la vita di mio padre. Non mi interessa macchiarmi le mani o uccidere qualcuno. Se non avranno un motivo per cui continuare a fare del male, allora dormiremo tutti sogni più tranquilli.” 

“Esiste un’indagine sul caso di tuo padre?” chiese piano Shinichi. In cuor suo sapeva che non era la domanda appropriata, forse quella che una persona normale si sarebbe aspettata. 

Tuttavia, KID sorrise paziente, accondiscendente, scuotendo la testa. 

“Sì, immagino, archiviata otto anni fa come incidente. Gente pericolosa, sai? Con diversi agganci e metodi definitivi, di quelle organizzazioni che non vorresti mai incrociare” sbuffò con un’alzata di spalle. “Anche se dopo domani andassi a cercare il caso e trovassi un indizio che lo faccia risultare un omicidio, non cambierebbe nulla.” 

“Non posso restituirti tuo padre.” 

KID rise con sincerità, stavolta senza amarezza. 

“Grazie del pensiero, meitantei, ma non intendevo quello. C’è un’altra cosa che le persone riescono a rendere unico e inestimabile come i motivi.” 

“Di che stai parlando?” 

“Dello stile” sghignazzò Kaitou, battendo con le nocche sulla porta. “Arriverò in fondo a questa faccenda col mio stile. Se vuoi indagare, nel tuo stile, sei libero di farlo. Potremmo fare a gara a chi arriva prima, che ne pensi?” concluse, lasciando scemare il divertimento con cui aveva alleggerito la conversazione per farsi venire un dubbio. 

“Prima però dovresti uscire da qui, eh?” 

Non ricevette risposta. 

“Ci sei ancora, meitantei? Spero per te che tu non abbia scelto di uscire dalla finestra perché è un volo di almeno dieci metri.” 

“Ho risolto il tuo enigma” esordì Shinichi neutro. Nello stesso istante, senza più tentennare, lanciò il biglietto che aveva scribacchiato sotto la fessura. 

“Oooh, che bravo, questa è la soluzione?” 

Shinichi registrò il passo con cui Kaitou si scostò dall’uscio per chinarsi a prendere il biglietto. Sfruttò il momento e con precisione e rapidità girò la chiave già inserita e abbassò la maniglia, spalancando la porta con forza. 

Anche se ci aveva solo sperato, imprecò tra sé quando si ritrovò nel corridoio vuoto. Per tutta la lunghezza, sia da una parte sia dall’altra, non c’era anima viva. Ciò che era rimasto di KID era solo la rosa blu e un altro biglietto. 

Buonanotte, meitantei. Prova a prendermi nei tuoi sogni!




Le nuvole coprivano il sole.

C’era aria di pioggia, ma il tempo sembrava ancora reggere, permettendo di svolgere le attività all’aperto come da programma. La mattinata e i preparativi per il Ballo delle Debuttanti stavano quindi procedendo a ritmo spedito, nonostante un intoppo - come qualcuno dello staff esterno aveva apostrofato l’accaduto - durante la colazione. 

Il giovane detective aveva faticato a svegliarsi, ma quando alla sua finestra erano giunte le grida dal giardino sottostante, ci aveva messo meno di due minuti ad arrivare, finendo di abbottonarsi la camicia. 

Allontanatevi dalla vittima! Chiamate un’ambulanza e la polizia!” 

Una giovane donna, con le mani strette sulla bocca, era riversa sul prato, tra i tavoli e i buffet allestiti per tutti i partecipanti. Shinichi ne constatò i segni vitali, trovando un battito debole ma ancora presente. Nel suo campo visivo riconobbe in breve tutti gli elementi collegati all’avvelenamento, dalla tazzina di tè sull’erba, al piattino con i biscotti, al bricco del latte che sgocciolava dal bordo del tavolo. 

“Che nessuno tocchi niente!” abbaiò quando alcune persone si fecero avanti. “Tu!” puntò lo sguardo su una cameriera che si irrigidì, presa in contropiede. “Avvisa quelli della sicurezza che nessuno deve lasciare la proprietà fino al termine delle indagini!” e la ragazza corse trafelata verso l’ingresso. 

“Posso esserti di aiuto anche io?” 

Un’altra cameriera si fece avanti, con un atteggiamento più deciso. Shinichi le dedicò appena un’occhiata, distratto dal suono delle sirene in avvicinamento. 

“Serve di tenere gli invitati a distanza.” 

“È possibile che anche il resto del cibo sia avvelenato?” 

“No.”

Shinichi lo disse con sicurezza, mentre la sua mente lavorava spedita per dare un senso a tutte le prove come se fosse alle prese con un cubo di Rubik. Si sfilò un fazzoletto dalla tasca e, delicatamente, scostò una delle mani dalla bocca della vittima, osservandone le dita. Un’espressione sicura si aprì sul suo viso. 

“Ne sono certo. Il cibo non è contaminato. Il resto dei partecipanti può riprendere a fare colazione.” 

La cameriera, non vista, roteò gli occhi al cielo, con la faccia che diceva un chiaro Come se non ci fosse appena passato l’appetito a tutti quanti

“C’è altro in cui posso aiutare?” 

“Sotto i tavoli” continuò Shinichi, ancora preso dai propri pensieri per prestare attenzione al contesto. “Tra l’erba. Il colpevole deve essersi liberato di una certa prova…” 

“Ok.” 

Nel mentre, lo scalpiccio di una dozzina di persone annunciò l’arrivo dei soccorso e della polizia. 

“Megure ha ragione quando dice che dove ci sei tu qualcuno rischia la pelle” borbottò Nakamori guardando male Shinichi, che con espressione innocente fece spallucce. L’attenzione dell’ispettore fu poi per la vittima che veniva caricata sulla lettiga e portata via dai paramedici. “Che brutto modo di iniziare la giornata. Spero se la cavi.”

“Se la caverà” lo rassicurò il giovane detective, ritrovando la propria serietà. “Il colpevole era alle prime armi, ha dosato male il veleno. O non voleva davvero uccidere, ma questo ce lo faremo dire a breve.” 

Il suo sguardo corse verso alcune persone in particolare. 

“Nakamori-keibu, isoli quei tre. Hanno qualcosa da raccontarci.”

“Ehi ragazzino, smettila di atteggiarti, e ricordati che io e il mio dipartimento ci occupiamo di truffe e rapine. Dobbiamo aspettare la divisione della omicidi.” 

“Arriveranno solo per ufficializzare l’arresto immagino, vero, meitantei?” 

La cameriera riapparve al fianco di Shinichi, strizzandogli l’occhio e alzando la prova che aveva appena trovato, avvolta in un fazzoletto. 

“Era stata nascosta sotto a quel tavolo laggiù, tra l’erba, come avevi detto.” 

L’iniziale attenzione del giovane detective per la donna in livrea fu presto catalizzata dall’oggetto che aveva in mano e che avvalorava la sua tesi su come la vittima fosse stata avvelenata. Prese la prova con attenzione, rigirandola e osservandola con cura. Aveva quel che gli serviva per chiudere il caso. Ora doveva solo capire il movente e quindi il colpevole. 

I motivi sono come le persone, meitantei. Un insieme di emozioni. 

Un brivido corse lungo la schiena di Shinichi. Si voltò di scatto verso il proprio fianco, realizzando in ritardo chi fosse la cameriera. 

La ragazza se ne era già andata. 

“Se hai avuto un colpo di fulmine, la moretta si è diretta verso la cucina a preparare dell’altro caffè caldo perché dice che non ti sei ancora svegliato. La conosci?” chiese Nakamori, sbadigliando. “Del caffè ora ci starebbe proprio bene. Vedi che tornerà tra poco.”

“Tornerà stasera” disse a mezza voce Shinichi, occhieggiando l’ingresso della villa, ma, come per la sera prima in corridoio, non c’era chi si aspettava di trovare. 

“Stasera?” fece eco l’ispettore senza capire. 

“Lasci perdere. Torniamo all’avvelenamento…” 




Shinichi passò al vaglio ogni cameriera dello staff, tentando di essere il meno invadente possibile per non venire accusato di essere un pervertito. Parlò con circa una ventina di ragazze, ma nessuna ricordò la donna alta e mora da lui descritta. Non che davvero ci sperasse di beccare KID ancora in quella mise, ma in qualche modo dovette far passare il tempo, soprattutto con addosso la sensazione persistente che il ladro fosse lì, a pedinarlo con lo sguardo, chissà camuffato da chi. 

L’evento del Ballo delle Debuttanti iniziò intorno alle cinque del pomeriggio. In accordo con la divisione omicidi, sopraggiunta solo per le formalità - come KID aveva previsto - il programma della giornata sarebbe potuto proseguire, lasciando alla scientifica il tempo di fare gli ultimi rilevamenti e permettere poi all’unità di Nakamori di presidiare il resto in attesa del furto. 

Shinichi aveva ipotizzato fino a quattro scenari diversi dagli elementi che aveva raccolto. Quattro possibili modus operandi che Kaitou KID avrebbe potuto utilizzare per mettere le mani sul Cuore Blu o Lacrima Zaffiro - il nome continuava a essere un dettaglio per un secondo momento. 

In ognuno di quei casi, sarebbe stato pronto a contrastarlo, doveva solo sopravvivere alla serata senza morire di noia. Si concesse delle chiacchiere amichevoli, conobbe qualche personalità grazie alla nomea dei propri genitori, rivide con Nakamori i punti essenziali e le possibili criticità che il ladro avrebbe potuto creare - anche se l’ispettore continuò a sbuffare e rispondergli male a ogni affermazione. 

Per tutto il tempo seppe di avere gli occhi di KID addosso. La pelle d’oca sulle braccia non lo abbandonò un singolo minuto, ma più si guardava intorno, più vedeva persone perfettamente a loro agio e immerse nell’evento in corso. 

Arriverò in fondo a questa faccenda col mio stile. Se vuoi indagare, nel tuo stile, sei libero di farlo. Potremmo fare a gara a chi arriva prima, che ne pensi?

Ammettere che fosse intrigante sarebbe stato come sminuire la profondità dei fatti. 

KID si era aperto con lui come lo si sarebbe fatto con una persona in cui si ripone fiducia, ma Shinichi non era un suo amico, era una delle persone che voleva mettergli le manette ai polsi. 

Tuttavia, ora che sapeva il motivo, qualcosa sarebbe cambiato? Il suo atteggiamento sarebbe stato diverso? KID stava minando le sue fondamenta per crearsi una via di fuga sicura? Ma lo avrebbe fatto arrivando persino a mettere in mezzo l’omicidio di suo padre? 

Shinichi non dubitava della sua sincerità. Aveva sentito quella confidenza. Era autentica, tanto da avergli bloccato qualcosa dentro. Tuttavia, i suoi principi rimanevano saldi. Rubare era sbagliato, anche quando KID restituiva il tutto. Cosa stava cercando in quelle gemme? 

Mani in tasca, lo sguardo di Shinichi finì sulla teca dove il Cuore Blu era conservato, per poi spostarsi sulle coltri di nubi che non avevano mai lasciato uno spicchio di cielo sereno.

Pioveva ormai da due ore, eppure la festa andava avanti, con la musica che sovrastava il picchiettio costante. Avrebbe potuto coglierne una metafora per spiegare lo strano sentimento che gli si stava insinuando nel petto, ma rinunciò. 

Era una di quelle notti. 

Le notti di KID, anche se, senza luna piena, era solo una notte a metà. Questo però non avrebbe fermato il ladro. 

Quando la luce andò via, Shinichi vestiva già il proprio ruolo, pronto ad andare in scena.




“Mantenete la calma” esordì, sovrastando il cicaleccio tra i partecipanti. 

Senza corrente si era interrotta la musica, e il rumore frenetico della pioggia aveva invaso l’ambiente quanto l’oscurità, in un umido sentore di presagio. 

Shinichi controllò il proprio orologio da polso con le lancette luminose. 

“Mancano cinque minuti a mezzanotte.” 

“Al dodicesimo rintocco” recitava il primo biglietto inviato dal ladro fantasma. KID era puntuale con le sue istruzioni o l’arroganza non sarebbe stato un suo tratto distintivo. 

Gli occhi attenti del giovane detective spaziarono la grande sala, ma salvo per qualche lampo lontano che ogni tanto illuminava gli astanti attraverso le grandi vetrate, non c’era alcuna fonte di luce. Distinguere i movimenti sospetti non era facile. 

“Ce la facciamo con questo generatore di emergenza!?” abbaiò Nakamori, dall’altra parte della sala. 

“Signore! I cavi sono stati tranciati!” 

Shinichi prese un respiro profondo, chiudendo gli occhi. Quattro minuti.  

Scenario tre. 

“Le torce allora! Datevi una mossa!” 

“... s-signore” tentennò uno dei poliziotti. “Q-Qualcuno ha colorato di nero i vetri delle torce-” 

Che cosa stai dicendo!?”

Shinichi si corresse. 

Scenario quattro. La notte eterna. Tre minuti. 

“Nakamori-keibu” chiamò, avvicinandosi al gioiello e illuminandolo con una piccola torcia montata su una penna stilo. Lo zaffiro gli rimandò un riflesso blu che, in un altro momento, sarebbe rimasto ad ammirare, ma che in quell’attimo gli diede solo la certezza, ispezionando velocemente il piedistallo, di essere l’originale. “Scelga quattro uomini - quelli con i riflessi più veloci - e li faccia sistemare intorno alla Lacrima Zaffiro, a una distanza di un metro. Veloce.” 

“Senti, ragazzin-” 

Due minuti.” 

Nakamori imprecò, chiamando quattro nomi che, seguendo il puntino luminoso tenuto dal giovane detective, si posizionarono come richiesto. 

“Indossate le maschere anti-gas” disse Shinichi dimezzando il tono di voce in modo che solo i pochi uomini scelti e l’ispettore lo sentissero. “Ma state pronti a levarvele, potrebbero seguire la sorte delle torce. E rilassatevi” aggiunse con un mezzo sorriso, cercando di stemperare la tensione. “Non è nello stile-” si interruppe, mordendosi un labbro. “KID non uccide. Più siete nervosi, più vi fregherà.” 

Guardò l’orologio. 

“Un minuto.” 

Nonostante le trecento e più persone presenti, per quell’unico minuto ci fu solo silenzio. L’attesa attanagliò tutti, serpeggiando tra gli invitati e mordendo loro il respiro. Il ticchettio dell’orologio incastonato nel muro in fondo alla sala risuonò anche più forte dei tuoni e direttamente nelle vene degli astanti. 

Shinichi avvertì l’inconfondibile sbattere del mantello di Kaitou KID a dieci secondi dalla mezzanotte e la tensione raggiunse il culmine. 

Qualcuno gridò il nome del ladro, molti altri urlarono e basta, ma il primo rintocco della mezzanotte, in un suono cupo e vibrante, mise a tacere tutti e fece da padrone su qualsiasi altro rumore. 

L’azione si consumò in pochi battiti di ciglia. Un soffio che spegne una candela.

La piccola torcia cadde di mano a Shinichi, colpita da una carta, facendo tornare il buio assoluto. Nello stesso momento, la teca in vetro andò in frantumi, mentre gli uomini di Nakamori e l’ispettore stesso si lanciavano nel tentativo di afferrare il ladro. 

Secondo rintocco. 

Il giovane detective dell’est non si fece abbindolare dal manichino bardato come KID assaltato dalla polizia, ma seguì lo scintillio blu dello zaffiro che, nell’urto degli agenti contro il piedistallo, stava rotolando in terra. Si affrettò, chinandosi per afferrarlo.

Al terzo rintocco, Shinichi si trovò accucciato, faccia a faccia con KID, nascosto da un mantello nero che lo rendeva invisibile.  Si ritrovò a fissare quel suo sorrisetto smaliziato, sempre due passi davanti a tutti. 

Perché hanno ucciso mio padre.

Shinichi diede retta a quell’emozione senza forma che si entra incastrata nel suo petto. Disse una cosa di pancia, ma la confusione e il quarto rintocco coprirono le sue parole. 

Non fu minimamente calcolato, ma quell’imprevisto gli diede un doppio vantaggio: l’espressione sorpresa - impagabile - di KID e sentire con le dita di aver afferrato il Cuore Blu, sfilandolo dal guanto del ladro. 

Fu il battito del cuore di Shinichi a risuonare in quel momento, come un ordine.

Bloccando il respiro nei polmoni, il detective si voltò e cominciò a correre verso l’uscita della sala. 




Devo resistere ancora quattro rintocchi, pensò Shinichi correndo per uno dei lunghi corridoi della villa. 

Suonò il nono dong e la sensazione di vittoria si fece strada tra i muscoli tesi del detective, ma lui la ricacciò indietro per non distrarsi. 

Gli bastò voltare appena la testa indietro per sapere di avere KID alle calcagna. Il bianco del suo completo rifletteva la minima fonte di luce, rendendolo etereo e facendolo risplendere come un fantasma nell’oscurità della notte. 

Al decimo rintocco, Shinichi fu sfiorato alla spalla da una delle carte sparate dalla pistola di KID. Non si lasciò intimorire e tentò di accelerare, nonostante avvertisse le gambe consumate dalla tensione. 

Altre due carte sfrecciarono intorno a lui. Una di queste colpì la vecchia chiusura di una delle finestre. Il vento del temporale fece il resto. 

All’undicesimo tocco della mezzanotte, la finestra davanti al detective si spalancò e lui fu costretto ad alzare il braccio per pararsi dal battente. Strinse più forte la Lacrima Zaffiro nel palmo della mano, a costo di farsi male, ma sapeva di aver perso nel momento in cui incespicò nei propri piedi e perse l’equilibrio. 

Al dodicesimo rintocco Shinichi finì a sbattere contro la parete del corridoio. 

KID lo aveva afferrato per un polso e il detective aveva sfruttato quella presa per cercare di bilanciarsi, ma erano finiti col fare un mezzo volteggio, finché il muro non li aveva fermati. 

Shinichi tese d’istinto il braccio al massimo, la mano una gabbia intorno al gioiello, mentre le dita del ladro gli solleticavano il palmo. 

Anche se le possibilità di fuga si erano drasticamente ridotte, Shinichi non se la sentì di riprendere a respirare. Non quando Kaitou KID gli era addosso, nel senso più conciso del termine. 

“Corri davvero molto veloce, meitantei” ansimò il ladro e il detective sentì il respiro sulle labbra serrate. I suoi occhi erano blu. Come la rosa. Come la Lacrima Zaffiro. 

“Hai perso” sussurrò Shinichi, stringendo sicuro la gemma, nonostante l’insinuarsi delle dita dell’altro tra le proprie. 

Il sorrisino scaltro di KID si ampliò e il suo corpo premette quello del detective contro il muro con più decisione, togliendogli il fiato. 

“Lo sappiamo solo io e te” ridacchiò il ladro e Shinichi sentì la risata vibrare nel petto. Si chiese se pure il battito del proprio cuore, che lui sentiva pulsare con prepotenza nelle orecchie, lo avvertisse anche KID. Se possibile, il detective tentò di allungare il braccio ancora un po’. Era così teso e concentrato sul ladro da non poter lasciare spazio alla stanchezza. 

“Dove pensi di andare?” chiese Kaitou, piegando leggermente la testa di lato e cambiando angolatura con cui fissarlo. Se possibile, per Shinichi fu anche più intimo di averlo completamente spalmato addosso. 

Tentò un colpo di reni improvviso per liberarsi e coglierlo alla sprovvista, ma non funzionò. KID, più fresco e all’apparenza per nulla nervoso, quasi a proprio agio, lo trattenne contro il muro senza mutare espressione di una virgola. 

“Hai detto una cosa prima, nella sala del ballo, al quarto rintocco.” 

Shinichi serrò la bocca in una linea sottilissima come risposta, guardandolo allo stesso modo in cui avrebbe giudicato l’ultimo dei criminali. KID roteò gli occhi al soffitto con pazienza. 

“Ti ho letto le labbra.”

Lo sguardo del detective si assottigliò, non credendogli. Non c’era però modo di incrinare quella poker face che KID sfoggiava abitualmente durante i suoi colpi, anche quando la situazione sembrava precipitare. 

Per un istante fugace, Shinichi si chiese se fosse così anche tutti i giorni. Si chiese chi fosse KID tutti i giorni

Perché era un ragazzo. Della sua età su per giù. Uno studente? Un liceale? 

“Ohi ohi, meitantei, lo so cosa stai facendo. Non ti distrarre” lo richiamò il ladro, per poi avvicinarsi, la testa ancora inclinata, superando il suo viso e parlando direttamente al suo orecchio. 

Se ti interessa così tanto conoscermi, perché non esci con me una volta?” 

Il cervello di Shinichi smise di funzionare. In mezzo secondo fu certo anche che qualcosa nel proprio petto si fosse arrestato. Nello stesso istante, le dita di Kaitou forzarono la sua mano, ma non si chiusero sul Cuore Blu. Si intrecciarono con le sue, tenendo la gemma premuta tra i loro palmi. 

“Terra chiama il grande detective?” lo dileggiò il ladro con un’occhiata vittoriosa. 

Si schiacciò di nuovo, per un’ultima volta, contro il suo corpo immobile, per rendere la sua mossa successiva ancora più efficace. Alzando leggermente il viso, premette le labbra contro la sua guancia, osservando deliziato la reazione. 

Shinichi spalancò gli occhi, arrossì all’istante ed ebbe un leggero spasmo dovuto alla sorpresa. KID sfruttò interamente quel lungo attimo per fare un passo indietro e, allo stesso tempo, sflilare il gioiello dalla mano del detective. 

Non ci furono scatti improvvisi, contrattacchi o qualsiasi tipo di reazione. Il giovane detective lo fissò sgomento, il viso acceso dall’imbarazzo. Il muro sembrava il miglior supporto dopo quella mossa destabilizzante. 

“Sembra che stanotte io abbia rubato più di un cuore” celiò Kaitou KID, facendo sparire la Lacrima Zaffiro nel palmo. 

“A-Aspetta.” 

KID rimase di schiena alla finestra, ignorando la pioggia e le folate di vento che gli animavano il mantello. Il suo sorriso sicuro gli attraversava il viso, ma nei suoi occhi il detective vide qualcosa di diverso. Se lo stava immaginando…? 

“Ti aiuterò.” 

Con una mano guantata, il ladro fantasma si afferrò la falda della tuba, abbassandola abbastanza da celare il proprio sguardo. 

“Lo so, meitantei. Ti avevo letto le labbra.” 

Con un balzo, il ladro fu sul davanzale della finestra quando un lampo illuminò per un attimo l’oscurità e fece risaltare il bianco che indossava. 

“Vediamoci all’acquario di Beika domenica prossima. Puntuale alle cinque.” 

Cosa?” 

Il mantello di KID si tese all’improvviso, trasformandosi nel suo aliante. Kaitou lo guardò in faccia per un’ultima volta, levando poi la mano in cui teneva lo zaffiro. 

“Vieni, se vuoi che ti restituisca il cuore.” 

Prima che il detective potesse afferrarlo, Kaitou KID si lasciò andare all’indietro, sfruttando una raffica di vento a proprio favore e volando via. Sparì in pochi secondi, inghiottito dall’oscurità della notte. 

Shinichi tentò di seguirlo con lo sguardo, ma le frustate di pioggia contro il viso gli resero l’impresa difficoltosa. Quando si arrese, seppe di aver perso su tutta la linea. 

Eppure qualcosa, dentro di lui, batteva in modo diverso. Si appoggiò una mano sulla guancia ancora calda, dove KID lo aveva baciato. 

Dovette ripeterselo una seconda volta per allineare la parola al gesto e alla realtà. 

Gli aveva chiesto di uscire

“E sentiamo” disse a nessuno in particolare, ma col bisogno di buttare fuori il pensiero. “Come dovrei riconoscerti, ladro fantasma?” 

La risposta l’aveva già. Tuttavia, pensare a quegli occhi così espressivi, fissi nei suoi, lo fece avvampare di nuovo, stupidamente. 

Non poteva dargliela vinta. Sarebbe andato all’appuntamento. 

E avrebbe recuperato entrambi i cuori


April 2025

M T W T F S S
 1234 56
78910111213
14151617181920
21222324252627
282930    

Syndicate

RSS Atom

Most Popular Tags

Style Credit

Expand Cut Tags

No cut tags
Page generated Jul. 18th, 2025 06:43 pm
Powered by Dreamwidth Studios