Apr. 5th, 2022

sidralake: (Default)
 

COW-T 12, settima settimana, M2
Prompt: Matrimonio
Numero parole: 510
Rating: Verde
Warning: Roland che frigna
Note: oc di Lou, un’ipotetica figlia di Vanitas e Noé bc *love* 




“… c-come tuo sposo, promettendo di essergli fedele s-sempre… nella gioia e nel dolore, nella salute e nella m-malattia e di amarlo… oh, non ce la faccio!

Vanitas fissò Roland incerto e scoraggiato come metà dei presenti al matrimonio.

“Sei sicuro di sentirti bene?” domandò invece Noé, facendo per lasciare le mani di Vanitas, ma quest’ultimo rinsaldò la presa, impedendogli di distrarsi e intervenire.

“Sta benissimo” sibilò il moro, perdendo la pazienza. “Deve solo smetterla di commuoversi ogni tre parole!”

Ma siete così belli” mugugnò il paladino, nelle vesti di prete cerimoniere, premendosi il palmo sulla bocca mentre le lacrime non smettevano di scendere dagli angoli degli occhi.

Alle loro spalle, gli invitati iniziarono a mormorare, riempendo la navata del classico cicaleccio di bisbigli. Quelli in prima, come Dominique, Chloé e Jean Jacques stavano apertamente trattenendo le risate dietro fazzoletti o ventagli. Lo sapevano tutti che sarebbe potuta finire in quel modo.

“Toucchi? Tio Rola ha la bua?”

Con i suoi tre anni scarsi, aggrappata ai pantaloni di Vanitas, la loro bambina Lou si sporse in tutta la propria innocenza - e nel suo vestitino da bigné voluto da Domi.

“No amore, è solo un-”

Linguaggio.”

Olivier subentrò prima del danno finale. Con uno sbuffo sonoro e un vago rossore sulle gote per essere appena diventato il centro dell’attenzione di tutti spintonò di lato il paladino, strappandogli poco gentilmente di mano il libro dei riti e prendendo il suo posto davanti a Noé e Vanitas.

Vedi di ricomporti” ringhiò infine tra i denti, sfogliando le pagine in cerca di quella giusta per riprendere da dove la cerimonia era stata interrotta. Roland non andò molto lontano, piantandogli la faccia nella schiena e inzuppandogli la tonaca scura di lacrime e moccio. Vanitas gonfiò le guance per non ridere e fu fulminato da un’occhiataccia di avvertimento.

“Dove eravamo rimasti” ricominciò Olivier schiarendosi la voce, guardando alle panche con gli ospiti, tutti nello stesso stato mezzo ridacchiante.

“… come tuo sposo” riprese solenne. “Promettendo di essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarlo e onorarlo tutti i giorni della vostra vita?” pronunciò senza tentennamenti o inflessioni iraconde, tornando a dare serietà al sacro rito che stavano celebrando. La sua professionalità si irradiò nell’atmosfera generale, riportando il silenzio e permettendo a agli sposi di riprendere il proprio ruolo di protagonisti al centro dell’attenzione.

Noé guardò negli occhi Vanitas, sorridendo e rubandosi ogni suo pensiero.

“Sì. Lo voglio.”

Olivier prese un respiro profondo.

“Con lo scambio delle promesse, e con il potere conferitomi da Dio, vi unisco come coniugi nel sacro vincolo del matrimonio.”

La sua espressione sembrò ammorbidirsi un poco, passando dall’uno all’altro.

“Potete ora scambiarvi un-”

Non ce la faccio! Guarda quanto sono belli! Oh Signore, benedicili sempre!” guaì Roland al suo orecchio, facendolo sussultare, ma la sua reazione si perse nell’applauso generale e nelle grida degli ospiti, e soprattutto nel bacio simbolico con cui Vanitas e Noé dipinsero la scena, alla luce calda e colorata che filtrava dai rosoni della chiesa. 


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