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Cow-t, settima settimana, M2.
Prompt: Mare
Numero parole: 420


Lance si vantava di essere figlio del mare, in un certo senso. Nato prematuro di circa un paio di settimane, sua madre era stata colta dalle doglie la mattina del ventotto Luglio mentre faceva colazione sul portico con la suocera. Nonostante l’arrivo tempestivo dei paramedici, tra cui uno dei tanti futuri zii, Lance nacque in casa. Il suo primo respiro fu l’odore intenso del mare e, anche se era impossibile che se ne ricordasse, Lance aveva la sensazione che quel sentore non lo avesse mai lasciato.

Anche in quel momento, ad anni luce lontano da casa, e nonostante da quando fosse entrato alla Garrison non avesse più avuto occasione di vederlo, se Lance chiudeva gli occhi e respirava a pieni polmoni, aveva l’idea chiara della salsedine, dell’odore di sfondo della sabbia bagnata, dei fiori che crescevano al limitare della spiaggia.

Capitava delle volte che cercasse la solitudine dell’osservatorio all’interno del Castello dei Leoni, sperando di non trovarci nessuno, per sedersi e tenere lo sguardo alto, verso una porzione di stelle molto diverse da quelle di casa, sì, ma l’immaginazione non gli era mai mancata.

Poteva fingere con se stesso che sotto ci fosse il mare, come quando di notte, d’estate, preda dell’insonnia perché il periodo di vacanze a Cuba era sempre più corto di anno in anno, andava a sdraiarsi a cercare costellazioni e inventarne di nuove.

Con ironia ripensava a quando credeva che quelle stelle non le avrebbe mai raggiunte, che sarebbe sempre rimasto il numero due, che la sua occasione in fin dei conti non sarebbe mai arrivata. Si consolava pensando di avere il mare, sempre lì, che non lo aveva mai tradito, che lo aveva sempre accolto come il più lontano e affettuoso dei parenti.

Invece ora era là, difensore delle galassie, componente essenziale di una squadra che si era prefissa di salvare tutto e tutti, in mezzo a quell’oceano di stelle che, per quanto ne avesse studiata la vastità, si era dovuto ricredere su quanto grande e popolato potesse essere l’universo.

E gli mancava il mare. Gli mancava la sensazione dell’acqua tra i piedi, i tramonti, le albe e la luna che si riscpecchiava tra le onde; gli mancava tuffarsi, fare il bagno nudo di notte, trattenere il respiro fino all’ultimo istante prima di riemergere, pur di essere circondato in modo totalizzante dal mare, come solo l’acqua poteva fare.

Prima o poi sarebbe tornato, continuava a ripetersi, un sorriso mesto sulle labbra. Sulla Terra, dalla sua famiglia, alla sua vita e al mare. Prima o poi.


April 2025

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