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Cow-t, terza settimana, M3

Prompt: Teatro + Citazione di De Gregorio + Ossessione 

Numero Parole: 713

Rating: SAFE



C’erano volte in cui la memoria tradiva Fukuzawa e ripescava ricordi che l’uomo credeva di aver archiviato, chiuso in un cassetto perché la vita tendeva a prendere svolte ripide e voltarti le spalle troppo spesso per tenere registro di tutto. Anche di quei frammenti di memoria che un tempo avevano costituito la base di un’amicizia che nel tempo aveva assunto forme spigolose o in parte si era dissolta.  

Erano passati dodici anni da quando Fukuzawa Yukichi si era fatto un'idea di chi fosse Mori "Rintarou" Ougai. All’epoca appariva come un medicastro dei bassifondi, l'uomo che curava chiunque senza fare distinzioni tra fazioni, sesso, colore della pelle, lingua parlata. Aveva sentito qualcuno chiamarlo "samaritano", qualcun altro lo apostrofava come pusillanime, data la sua scelta di non schierarsi. C'era chi aveva tentato di irrompere nella sua clinica e ucciderlo, ma era gente che entrava dalla porta principale e, dopo aver passato un paio di giorni in una delle celle dell'obitorio sotto la clinica a farsi dissezionare, usciva da quella sul retro in un sacco nero che un becchino ben pagato portava via. 

Fukuzawa aveva avuto e aveva tutt'ora diversi interrogativi su Mori-sensei, oltre a diverse cose che di lui proprio non digeriva. Tuttavia, sempre a quei tempi, ricordava come Natsume-sensei fosse stato chiaro nel chiedergli (quasi più ordinargli) di proteggerlo, di essere la sua guardia del corpo. 

Per questo Fukuzawa, volente o nolente, era entrato a far parte del teatrino che era la vita di Mori. Tentava di rimanerne ai margini, se poteva restava dietro le quinte e agiva solo quando sul palco stava per consumarsi una tragedia. Per il resto, Fukuzawa cercava di capire quali fossero i confini della vita di quell'uomo che ostentava un'anima nera come un principe che si fa strada verso il potere disseminando la sala del trono di cadaveri. Eppure, Mori Ougai era anche lo stesso medico che si prendeva cura degli orfani di strada, che dava un pasto caldo, delle medicine e raccomandazioni al barbone di turno, che trattava con estremo riguardo e premura le prostitute che avevano bisogno di liberarsi di un incidente di percorso. 

In tutti quegli scenari, Mori Ougai era un attore formidabile. Si confessava di continuo tenendo alta la propria maschera, e le volte che se la toglieva - quelle in cui si erano ritrovati a combattere fianco a fianco - iniziava la sceneggiata. Dove il vero Mori di collocasse, Fukuzawa non era sicuro né di volerlo sapere né che fosse importante. C'era uno scopo da qualche parte, per vivere in quella maniera, con un sipario pericolante sopra la testa che minacciava di srotolarsi da un momento all’altro su quel palco che prendeva sede nella periferia emarginata di Yokohama. Tuttavia, il sentore di morte sempre presente non aveva mai fermato nessuno dei due.

"Lei ama questa città, Fukuzawa-dono?" gli aveva chiesto Mori una volta mentre erano fuori dalla clinica ad aspettare il furgone del becchino. Dentro, un padre piangeva le spoglie del proprio sfortunato figlio, vittima di un fuoco incrociato. Mori aveva ancora il camice schizzato di sangue, ma fumava una sigaretta con l'eleganza dei gentiluomini dei salotti per bene, con le due dita curate, pallide e lunghe. 

"Certo" Fukuzawa ricordava di aver dato una risposta un po' frettolosa, ma con la coda dell'occhio aveva avuto la conferma che non ci fosse bisogno di ulteriori spiegazioni. 

La verità era che c'era un'ossessione di fondo in entrambi, che nel tempo si era sedimentata e ora era alla base della nuova Port Mafia e dell’Agenzia di Detective. Ma allora, non importava quante tragedie si consumassero intorno a loro o in quanto sangue camminassero: la ruota continuava a girare ed entrambi, schiavi di quel vorticare costante, continuavano a schierarsi dalla parte della città, qualsiasi fosse l’avversario e le sue ragioni. Nessuno dei due aveva mai detto all'altro quale fosse il motivo che li spingesse a tanto. Eppure proseguivano, giorno e notte, su un cammino in cui ci sarebbe potuto essere un precipizio di lì a breve, ma che nessuno dei due considerava così importante come proteggere la loro amata città. 

Dopo dodici anni, Fukuzawa ogni tanto si ritrovava a pensare a quei ricordi mai veramente dimenticati, poiché, in fondo, Mori Ougai era forse stata la prima persona capace di tenergli testa, che si trattasse di combattimento o ideali. 


April 2025

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