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Cow-t, terza settimana, M1

Prompt: Neonato / cucciolo 

Numero Parole: 578

Rating: SAFE


Chuuya stava bestemmiando, ma non era una novità. Come non era una novità che il destinatario di quegli improperi fosse Dazai e le sue trovate del cazzo. E, di nuovo, non era una novità che si fossero cacciati in una situazione simile, con qualcuno a sparargli addosso. O che Chuuya si fosse caricato di peso Dazai e stesse correndo riuscendo il cielo solo sapeva come a evitare che i proiettili li raggiungessero senza neanche l’uso della sua abilità. 

"Chuuya vai a destra!" 

"STAI ZITTO!" urlò il rosso, ma scartò di lato come richiesto, tenendosi il cappello. "Non puoi fare qualcosa per il tuo cazzo di potere!? Sarebbe molto utile se non ci stesse tra i piedi!" 

"E tu riusciresti a dire al tuo cuore di smettere di battere?" ribatté Dazai con nonchalance, come se non fossero in una più che potenziale situazione di morte. Sembrava una gita come un'altra per lui. 

"Dazai di merda" brontolò Chuuya, abbattendo una porta con un calcio. Si fermò un attimo trovandosi in una stanza senza altre uscite. "Cazzo! Cazzo! Cazzo! Dove si hai portato!? Vuoi che ci ammazzino!?" 

"La finestra" cinguettò Dazai battendogli sulla spalla. 

Il rosso si voltò e individuò uno di quei tubi che i muratori usavano per smaltire gli scarti edili. Ci si avvicinò di scattò. "Vedi di averne cura!" e nel dirlo mise in mano a Dazai il proprio cappello con dentro la 'cosetta' per cui avevano ingaggiato quella fuga rocambolesca. "Ci vediamo di sotto."

"Cos- Chuuuuuyaaa!" 

Ma il rosso aveva già spinto Dazai nel tubo. 

Il resto fu la quasi demolizione del quarto piano del palazzo in cui erano fuggiti fino a quel momento. Chuuya non si risparmiò nel farla pagare ai loro inseguitori, insegnandogli a cosa si andava incontro sfidando la Port Mafia. 




Mezz'ora più tardi Chuuya atterrò morbidamente nel vicolo dove terminava il tubo edilizio in cui aveva gettato il proprio partner. Intorno a loro si iniziavano a sentire le sirene della polizia per il trambusto che avevano combinato. In fondo era solo tardo pomeriggio, un po' presto per le solite attività della mafia. 

"Ohi Dazai, dove ti sei cacciato?" vociò Chuuya, guardandosi intorno. 

"Sono qui."

La risposta venne da dietro alcune casse abbandonate e sacchi di scarti di muratura. Dazai era appoggiato di schiena al muro, la gamba a cui aveva preso la storta distesa, mentre l'altra era ripiegata e circondava il cappello di Chuuya. Da questo si levava un flebile, ma acuto e insistente miagolio.

"Ma avevi notato che è piccolo quanto la mia mano?" ridacchiò Dazai che col dito stava facendo le coccole alla testolina nera del micetto che avevano salvato. "Credo abbia davvero pochissimi giorni e stia morendo di fame. Non trovi che sia adorabile?" 

Chuuya non rispose subito. Si accovacciò davanti al partner e osservò quella creaturina che continuava a dare fiato a dei pomoni forse grandi quanto una falange del suo mignolo. 

"Che dovremmo farci?" chiese e sembrò più una domanda che aveva appena preso corpo senza che se ne rendesse conto, per questo aggiunse. "Ma a te i gatti piacciono?" 

"Non mi piacciono i cani. Soprattutto quelli piccoli, rossi e irascibili" rispose Dazai ma era troppo allegro per prendere sul serio la sua offesa. "I gatti sono un'altra storia. Potremmo addottarlo, che ne pensi?" 

Chuuya gli lanciò un'occhiata e poi tornò a guardare il gattino minuscolo. "Abbiamo fatto abbastanza casino per oggi. Intanto vediamo di tornarcene a casa."

"Oh, sembri proprio un padre di famiglia!" 

"Ma stai zitto."



April 2025

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