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COW-T 12, quinta settimana, M1
Prompt: Interruzione
Numero parole: 883
Rating: Verde
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La prima interruzione, per quanto irritante, Lio l’aveva accettata.

Era stata una chiamata di emergenza - un incendio anche piuttosto brutto in un locale - e poteva succedere. Ovviamente la sera in cui lui e Galo stavano finalmente per arrivare al dunque dopo mesi di tira e molla, tensione alle stelle e tutto il corredo, ma il lavoro era lavoro, e, se c’erano delle vite in pericolo, Galo era il primo a mettere tutto da parte. Lio non era stato da meno, certamente.

Quindi l’ex Burnish aveva sospirato pesantemente, era passato in bagno per sciacquarsi il viso con l’acqua più fredda per smorzare l’eccitazione e si era precipitato fuori casa con il compagno per raggiungere il luogo dell’incendio in moto. Ci avevano impiegato buona parte della notte per domare le fiamme, evitare che gli edifici limitrofi venissero coinvolti e, in fine, ciliegina sulla torta, Galo aveva fatto troppo lo spavaldo e si era procurato una piccola frattura al gomito e incrinato qualche costola in un salvataggio estremo.

Prognosi del medico: molto riposo e pochi sforzi.

Prognosi di Lio (con una certa dose di stizza tra sé e sé): programma prima volta posticipato a data da destinarsi.

Tuttavia, l’ex Burnish aveva compreso le circostanze e se le era fatte andare bene.

La prima volta.

La seconda volta che erano stati interrotti, dopo più di un mese di attesa e di preparativi e aspettative, Lio aveva iniziato ad avere un tic nervoso. Aveva predisposto tutto - atmosfera, cibo, occorrente, impegni. Ma no, il giorno prima il Sindaco aveva deciso di impiegare proprio la loro caserma in un progetto nuovo di sensibilizzazione della comunità, sia sul tema prevenzione degli incendi sia sulla riabilitazione dei Burnish nella società. 

Era finita che Galo e Lio non solo si erano ritrovati le agende piene di appuntamenti extra con gruppi di sconosciuti, scuole e simili, ma anche separati per la maggior parte del tempo. Una volta tornati a casa, erano sempre così stanchi che il massimo di contatto che avevano avuto era stato addormentarsi uno sopra l’altro in maniera disordinata e senza neanche cambiarsi.

Un altro mese era volato in quella maniera e Lio aveva iniziato a odiare chiunque li interrompesse anche solo mentre prendevano un caffè in pausa, un raro momento che potevano passare insieme.

Oltre a quello, Lio aveva dovuto mettere in conto la propria libido offesa. Non aiutava ritrovarsi a fissare Galo che usciva dalla doccia per poi vederlo vestirsi in fretta e scapicollarsi per un appuntamento o una chiamata improvvisa. Come non aiutava essere svegliato dalle sue erezioni mattutine contro il corpo e non avere neanche un momento per ricamarci qualche idea sopra, perché il pompiere era già fuori dal letto per la sveglia o il telefono che squillava. Non aiutava minimamente fissare il cavallo dei suoi pantaloni, rintronato dalla stanchezza e dalla voglia, e fantasticare su cose ed essere punzecchiato da Aina o Lucia, o sentire Remi passargli di fianco e commentare con un Prendetevi una stanza. Come se non ci avesse pensato. O non avesse pensato di spegnere entrambi i loro cellulari e finalmente avere quella cavolo di prima volta in silenzio, solo loro due.

La terza volta che ci avevano provato, un vicino aveva suonato al loro appartamento perché il tubo del gas perdeva e Galo era accorso mollando Lio sul letto, mezzo svestito e con un nodo nel basso ventre che gli aveva fatto emettere un urlo frustrato nella federa di un cuscino.

La quarta volta c’era stato un blackout generale nel quartiere ed erano dovuti intervenire.

La quinta volta Galo si era addormentato per la stanchezza e Lio aveva avuto un mezzo pensiero di assaltarlo comunque, finendo invece col chiudersi in bagno a farsi una doccia e sfogarsi da solo.

Dopo tre mesi in bianco, Lio era sull’orlo della follia.

“Io giuro” iniziò, mentre chiudeva a chiave la porta di casa a doppia mandata e staccava il telefono fisso e il wi-fi. “Che se questa notte qualcuno suona o bussa, lo ammazzo.”

Galo rise, osservando il tutto seduto sul divano mentre divorava a manciate le patatine da un sacchetto gigante.

“Perché, che succede stanotte?”

Non c’era malizia. C’era solo la sua perenne ingenuità. Non sapeva cosa Lio avesse in mente perché l’ex Burnish aveva deciso che programmare significava solo vedersi i piani rovinati. Quindi aveva preso in mano il timone tutto nell’ultima ora.

Avevano la sveglia presto il giorno dopo, ma erano fortunatamente tornati prima. Erano stanchi ma non spossati. Il film d’azione che Galo aveva scelto di vedere per rilassarsi avrebbe potuto fare loro da accompagnamento, a Lio non importava.

L’unica cosa che gli premeva era l’eccitazione costretta nei pantaloni e il bisogno fisico di avere Galo. Senza atmosfere preparate, senza lenzuole particolari, solo loro due. Il divano sarebbe stato perfetto.

Lio non rispose alla sua domanda se non dopo aver spento i cellulari di entrambi e averli buttati sulla poltrona libera.

“Stanotte” e nel dirlo, si inginocchiò davanti a Galo, in mezzo alle sue gambe, fissando così dall’alto in basso il compagno - che aveva la bocca sporca del sale e dell’unto delle patatine. “Siamo solo io e te.”

E, finalmente, si dedicò a slacciargli i pantaloni e prendersi ciò che agognava da mesi. 


April 2025

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