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Cow-t, quinta settimana, M1

Prompt: Colpo di scena

Numero Parole: 515

Rating: SAFE



Sfuggire a Kunikida quella mattina era stato estenuante. Non c'era verso di trovare un posto in cui rilassarsi senza ritrovarsi il collega a urlargli nelle orecchie di tornare a lavoro. Che poi cosa si agitava tanto, Dazai ancora se lo chiedeva. C'erano i soliti verbali da compilare, quelle cose che avrebbe potuto fare più tardi, non c'era mica fretta. Doveva ancora finire quelli della settimana prima, due o tre in più cosa cambiava. Solo che Kunikida lo aveva tartassato, prima sul divano, poi quando si era chiuso in bagno, per finire durante la pausa pranzo giù in caffetteria. Era stato così rumorosa con i suoi latrati - "Dazai torna al lavoro!" - che aveva ancora l'eco nelle orecchie. 

Così, alla fine, Dazai era sgattaiolato fuori dall'Agenzia per andarsi a fare una passeggiata. Se non poteva riposare in tranquillità, tanto valeva fare quattro passi senza nessuno che gli urlasse contro. 

Era una giornata tutto sommato tiepida di metà primavera. Quasi piacevole, con un paio di gradi in più, ma Dazai non se ne lamentava. Era un giorno qualsiasi di un momento di pace senza lotte e senza intrighi da sventare. Uno di quei giorni in cui iniziare a fare progetti per il futuro, o, come aveva intenzione lui, di godersi un po' di riposo. Quasi l'inizio di un film noioso, ma che intratteneva. 

Se non fosse stato per il cuore che quasi gli si fermò nel petto quando i suoi occhi si posarono su un passante casuale. Un passante immerso a leggere un libro. Un passante che Dazai sapeva morto. 

"Odasaku!" gridò senza neanche riconoscere la propria voce. 

Non successe nulla. Nessuno si voltò, men che meno quell'uomo che in tutto e per tutto era identico allo stesso amico morente che Dazai aveva stretto tra le braccia quattro anni prima. 

"Odasaku!" riprovò di nuovo, iniziando a muoversi in mezzo alla folla per riuscire a raggiungerlo. A farsi sentire. "ODASAKU!" 

Dazai non si preoccupò di essere maleducato, di spintonare e neanche di chiedere scusa. Continuò a seguire quella testa rossa, quel profilo così reali. Ma non lo raggiunse. O meglio, sì. Lo sfiorò. Per un attimo le sue dita toccarono la stoffa della sua giacca, del suo braccio, ne sentirono e ne registrarono la consistenza. Odasaku sembrò anche accorgersene, girandosi, ma com'era apparso dal nulla, così sparì e Dazai rimase a fissare un punto vuoto in mezzo alla calca della strada. 



Molto tempo dopo, quando il mondo scatenò una guerra per conquistare il Libro dalle pagine bianche capace di realizzare i desideri di chi ci scriveva sopra, Dazai seppe che esistevano altre realtà oltre a quella in cui viveva. Altre realtà dove le scelte erano preziose e avevano il valore di diamanti, dove chi da loro seminava le strade di morte, dall'altra parte salvava vite. Esistevano tante realtà, ma in ognuna Odasaku era morto. Tranne una. 

Un'unica realtà dove era vivo, aveva realizzato il proprio sogno di scrittore e lavorava nell'Agenzia di Detective. 

Una realtà che, per qualche minuto, per uno scherzo del destino, si era fusa con la sua, permettendo a Dazai di sfiorarlo di nuovo.


April 2025

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