[Voltron] Beauty Care [Safe]
Feb. 12th, 2019 12:57 amCow-T, prima settimana, Missione Speciale
Prompt: Capelli
Numero parole: 904
Rating: Safe
Fandom: Voltron LD
Ship: Lance/Lotor
Note: da qualche parte prima della fine della S6, soprattutto nei miei headcanon.
Mentre l’acqua in bagno continuava a scorrere, Lance si sgranchì le braccia, restandosene sul letto a gambe incrociate e avvolto nel suo confortevole pigiama blu, che dopo l’ennesima giornata (di una durata media di quarantotto ore) ingabbiato a sudare nella tuta e nell’armatura da paladino era proprio quello di cui aveva bisogno. E quella serata sarebbe stata dedicata solo al comfort e ai suoi rituali di benessere personale messi da parte troppo a lungo nell’ultimo periodo.
Aveva sistemato tutto l'occorrente su un asciugamano adagiato a sua volta sulla coperta, in ordine di utilizzo, anche se aveva la tentazione di mettere il tutto per gradazione di colore, mentre aspettava che il suo complice di beauty care uscisse dal bagno.
Si sfregò le mani, impaziente, finendo davvero col risistemare i barattolini e i tubetti, finché non sentì chiudere il rubinetto del lavandino.
Dalla soglia del bagno fece capolino Lotor, in un pigiama viola confezionato in pandant con quello del resto degli inquilini del Castello dei Leoni per consolidare i rapporti, a detta di Lance. (Che, a dirla tutta, aveva tossicchiato qualcosa che somigliava a “bonding moment” giusto per vedere Keith triggherarsi).
Lotor aveva tutti i capelli tirati indietro, compreso il ciuffo ribelle, leggermente gonfi dall’uso del phon, mentre la pelle del viso era appena umida sui lati, pronta per essere impiastricciata di creme dalle sapienti mani di Lance.
Lo stesso Lance lo accolse con un sorrisone, dando dei colpetti al copriletto di fronte a sé per far sedere il principe Galra dove voleva. Nel farlo, Lotor gli porse una fascia per capelli.
« L’avevi lasciata in bagno » disse con una nota decisamente stanca nella voce. Quella giornata era stata lunga davvero per tutti.
Lance la usò subito per tirarsi indietro le ciocche dalla fronte - che a differenza di quelle dell’alleato non stavano al loro posto - e si armò prontamente della prima cremina sfoggiando il suo sorriso più largo.
« Posso? Vado? » trillò, come se avesse recuperato tutte le energie solo per quell’occasione. C’era poco da fare: i momenti dedicati al beauty care riuscivano a risvegliarlo anche dopo le battaglie o le missioni estenuanti. L’aver trovato in Lotor (sia) un amante (che un amante!) delle sue stesse routine aveva reso quelle serate più elettrizzanti, oltre a fargli scoprire un repertorio di prodotti di bellezza alieni che non si era minimamente immaginato, e ottimi per sopperire alla mancanza di quelli terrestri.
« Vai » concesse Lotor, senza mai perdere il suo tocco elegante, anche se sorrise brevemente prima di chiudere gli occhi e affidarsi al tocco del Lover Boy.
Le chiacchiere non tardarono ad arrivare (altra cosa che Lance amava e che Lotor sorbiva in silenzio), iniziando da un semplice « Adoro l’odore di questa crema, anche se non voglio sapere cosa ci sia dentro » e proseguendo fino a perdersi, col principe che ogni tanto non faceva mancare qualche breve commento, palesando il suo prestare attenzione dopo tutto.
La fase viso e mani durava in media una trentina di dobosh, manciata di tick in più o in meno, ma quella che Lance aspettava davvero era la parte finale, quando tutti i prodotti venivano infagottati nell’asciugamano e riportati in bagno, e lui tornava armato di spazzola, pettine e un amore così profondo per la candida e serica chioma di Lotor che il principe Galra a volte si chiedeva se dovesse mostrarsene geloso.
Non ci fu neanche bisogno che Lance dicesse nulla: Lotor si risistemò sul letto, dandogli le spalle, in modo che il paladino blu, restando in piedi, avesse libero accesso alla sua cascata di capelli.
« Voglio farti una treccia. »
« No. »
Uno scambio di battute diventato esso stesso un’altra abitudine, preludio a Lance che si perdeva a pettinare ciocca per ciocca, trovando ogni volta un modo diverso per descrivere quella setosità a cui pareva essersi votato come un poeta con l’amata.
« Sembra di immergere le dita nel latte » se ne uscì quella sera, mentre i capelli scivolavano tra le sue dita e lui seguiva rapito ogni sinuoso movimento.
« Latte? » domandò con scetticismo il principe, cercandolo con la coda dell’occhio.
« La base dei milkshake che ti tracanni quando non ti vediamo! »
Lotor non negò né confessò, ma si prese qualche momento di riflessione, mentre il pettine in mano a Lance districava piccoli nodi.
« Stai paragonando i miei capelli alla sostanza prodotta dal vostro animale pezzato? »
« Oh sì! » tubò Lance, che non aveva minimamente percepito la diffidenza, con una malcelata punta di disgusto, nel tono del principe. E continuò imperterrito. « Ora che ci penso, quando torneremo sulla Terra ti farò provare un bagno al latte, la tua pelle mi ringrazierà. »
« Dovrai essere più convincente di così per farmi immergere in quel... liquido. »
Lance emise un suono che voleva essere un assenso, ma uscì attutito dal pettine che si era infilato in bocca per liberarsi entrambe le mani.
Qualche istante dopo, Lotor, troppo rilassato da quelle coccole di bellezza, realizzò cosa avesse combinato il paladino blu, e fu quando questi gli adagiò sulla spalla una lunga e perfetta treccia, chiusa in fondo a più ritorni dalla fascia che gli aveva tenuto indietro i ciuffi castani, ora sparati ovunque.
« La prossima volta te ne faccio una alla francese. »
Lotor roteò gli occhi al soffitto. Diecimila anni di vita e si lasciava infinocchiare da un ragazzino dalla parlantina rintronante.