(Promare) Come prima
Mar. 15th, 2025 11:26 pm![[personal profile]](https://www.dreamwidth.org/img/silk/identity/user.png)
COW-T 14, seconda settimana, M2
Prompt: Sacrificio
Numero parole: 514
Rating: SAFE
Note: //
L'ultima cosa che Lio ricorda è il sangue di Galo sulle mani. Caldo, una sensazione strana per lui che è stato molto simile al fuoco - se non peggio - per tanto tempo. Ma il sangue di Galo bruciava tra le sue dita, mentre il fiato si riduceva fino a essere un filo sottile. Quello stesso filo sottile che ha tenuto Galo in vita nella corsa verso l'ospedale, attraverso il corridoio e in barella, fino a sparire in sala operatoria e lasciare Lio lì, fuori da due semplici porte, bloccato da un “faremo tutto il possibile” e poi solo una luce rossa a gettare una sfumatura di tensione su tutto l’ambiente.
Sono passate quasi settanta ore da quel momento. Lio le sta contando tutte perché ha bisogno di tenersi impegnato, ha bisogno di non sentire il sangue correre nelle vene e ascoltarlo urlare vendetta, inneggiare a una risposta uguale e doppia a quello che hanno fatto a Galo. Sente i morsi della rabbia divorarlo nell’attesa, mentre Galo è lì a occupare un letto che non sembra abbastanza grande per lui, in una posa così immobile che sembra innaturale. Anche quando dorme Gallo riesce a essere vivo, riesce a dare l'impressione di star facendo tutto meno che riposare. Lio è immobile di fianco a quel letto da quando è uscito dalla sala operatoria e lo riconosce a stento, come se gli avessero restituito un guscio vuoto.
Ha bisogno che Galo si svegli. Ha davvero necessità di sentirlo, di ascoltare una sua qualche uscita stupida, di volersi muovere dal letto contro il parere del medico, di dire che va tutto bene, che è un graffio, che non è successo niente. Lio ha davvero bisogno di sapere che riavrà Galo di fianco a sé.
E poi c'è questa vocina che pensa a quanto sia pericoloso per Galo stargli accanto. La gente lo odia ancora, a Lio. Ci sono persone lì fuori pronte ad alzare un’arma contro di lui in nome di un passato che ha visto tanta, troppa umanità combattersi e odiarsi e mai trovare pace. E Lio ha incarnato quel simbolo.
Mentre Galo… no, Galo era l'eroe. Galo non ha smesso di esserlo. Galo ha trascinato Lio al suo fianco, lo ha portato dal lato dove si ride, dove si organizzano serate di pizza e film, dove dormire di fianco a qualcuno che si vuole bene non è sinonimo di protezione contro un nuovo giorno che sorge, ma la più semplice condivisione di tempo e spazio e affetto.
Lio lo sa perché Galo si è sacrificato senza pensarci due volte, perché si è gettato sulla traiettoria di un proiettile destinato a lui in nome dell'odio. Lio lo sa, ma se ci pensa, se lo realizza, il respiro si spezza in un singulto, in un suono che Lio detesta, perché significa dare spazio all’angoscia, al cuore che non riesce a contenere l’angoscia, agli occhi che si fanno lucidi e alla gola che balbetta una preghiera.
Lio non vuole più sentire il sangue di Galo sulle mani. Lio vuole solo che Galo apra gli occhi e torni tutto come prima.