[Bungo Stray Dogs] Segreti di famiglia
Mar. 7th, 2020 09:52 pmCow-t, quinta settimana, M1
Prompt: Colpo di scena
Numero Parole: 443
Rating: SAFE
Warning: Incest
L'Agenzia di Detective aveva i propri segreti, così come ogni membro di questa celava i propri. Si trattava quasi sempre di qualcosa sul passato, un macabro pezzo di vita che era meglio tenere chiuso dietro una porta coperta da una tenda. Non si sa mai cosa potrebbe venirne fuori, quali scheletri, fantasmi o demoni che rischiavano poi di infettare quel che di buono, ognuno di loro, tentava di fare del proprio presente.
Tuttavia non sempre erano segreti legati a morte e sofferenza. Erano più qualcosa di socialmente discutibile, qualcosa che i più non avrebbero capito, che altri avrebbero condannato perché "non era accettabile". Neanche uccidere lo era, eppure c'era chi riusciva a provare più ribrezzo per loro e quello che erano, invece che per un assassino con le mani ancora calde di sangue.
Alla fine, non facevano nulla di male. Era qualcosa di loro su cui terzi non avrebbero dovuto mettere bocca. Giudicare. Probabilmente la parola più disgustosa che fosse mai stata inventata.
Qualcuno aveva detto vivi e lascia vivere, ma sembrava che gli esseri umani non fossero capaci.
"Oniii-chan! Mi stai ignorando!"
"Naomi fammi finire questo verb-"
"No! Hai lavorato tuttoooo il giorno!"
"Lo so, ma-"
"Ma niente!"
E Naomi si avventò sul fratello, saltandogli letteralmente in braccio. Se fosse finita lì non sarebbe stato nulla di diverso dal solito, anzi, forse più tranquillo rispetto al normale. Tuttavia Naomi troppo spesso non riusciva più a tollerare quella situazione. Come in quel caso, quando non si fermò dallo stringere il fratello, ma si impossessò anche della sua bocca con un bacio che gli tolse il fiato.
"Na- Naomi!" squittì Jun'ichiro, allontanandola e guardandosi intorno. Non c'era nessuno per fortuna in quel momento lì in Agenzia, così poté almeno ricacciare il cuore nella giusta posizione, dopo lo sbalzo in gola che aveva avuto. "N-non qui! Lo sai!"
"Uffa..." sbuffò la sorella, cingendolo con le cosce. "Vorrei dirglielo... non penso che saranno come gli altri."
Tanizaki si scurì in volto. "Vorrei che non lo fossero..." ammise con amarezza.
Naomi stava giocherellando con qualcosa sotto la maglietta del fratello, qualcosa che alla fine tirò fuori, per rimirarla.
Era un anello, appeso a una catenina così sottile da essere quasi invisibile. All'interno c'era il nome di Naomi e una data. Anche lei aveva lo stesso anello, al sicuro contro il proprio petto. Una promessa che si erano fatti anni prima, anche ufficializzata, seppur con qualche sotterfugio. Alla fine erano fratelli, cercare un prete che li sposasse non era stato facile, ma non impossibile. E un giorno sarebbe stato bello poter raccontare quella storia ai loro colleghi dell'Agenzia. Per una volta, Naomi era fiduciosa che sarebbero stati accettati.